Visitate
Stoccolma d’agosto, quando le giornate sono lunghe e il cielo luminosissimo.
Solo così potrete apprezzare la magia del suo mare azzurrissimo che si insinua
tra le quattordici isole solcate da una trama di 57 ponti su cui la città è
costruita.
Qualcuno la
chiama la Venezia del Nord, ma è una espressione abusata, buona per ogni città
che sorge sull’acqua. Stoccolma ha qualcosa in più: quel mare così azzurro, quel
cielo così nitido, quell’aria così tersa. Niente a che vedere con la laguna
stagnante, con i canali torbidi e le sponde melmose che talvolta Venezia ci
offre e che tanto contribuiscono al suo fascino di città morente, porto
d’attracco e ospitale rifugio per spiriti malinconici.
Per rendervene
conto salite su uno degli scafi o traghetti che navigano sul fiordo della città;
mettevi a prua, a rischio di essere investiti dai freschi spruzzi di acqua
marina sollevati dalla chiglia e godetevi un’esperienza che forse vi esalterà.
Le fredde acque del Baltico definiscono il vostro orizzonte: un semicerchio dai
colori fortemente saturi che neanche la luce bianchissima del sole riesce a
stemperare. Davanti a voi, intorno a voi, innumerevoli isolotti verdi, con gli
alberi e le piante che sembrano affondare le radici direttamente nella roccia.
Su ogni isolotto una minuscola casetta in legno dalle pareti rosse e dal tetto
scuro fortemente spiovente, proprio come quelle che disegnano i bambini,
aspetta i suoi precari ospiti estivi. Sembra sia il sogno di ogni abitante di
Stoccolma, quello di avere una minibaita sul fiordo dove trascorrere in
solitudine le giornate estive. E ci si potrebbe chiedere a far cosa, vista la
ristrettezza degli spazi aperti e l’essenzialità degli ambienti al chiuso.
Laddove però le
lingue di terra, sempre intensamente verdeggiante, si allargano e si allungano
o talvolta si contorcono in volute simili a grottesche, anche le case
acquistano respiro e diventano vere e proprie residenze, ville addirittura,
senza tuttavia perdere quelle caratteristiche di minimalismo architettonico e
omogeneità cromatica che le fa tutte assomigliare a case delle favole.
Ma torniamo a
terra, perché la città è non meno bella, anzi assolutamente bella. Per
convincervene, prima ancora di calcare le stradine del suo centro medievale o di
percorrere le sale del suo immenso Palazzo Reale, provate a salire (tranquilli,
c’è l’ascensore) sulla torre del Municipio cittadino. Lassù, da oltre cento
metri di altezza, si paleserà ai vostri occhi una visione panoramica senza
eguali, e non è solo un modo di dire. La città, sotto di voi, vi apparirà come
un ricamo, un meraviglioso tombolo di cui le architetture, punteggiate dalle
aguzze guglie di torri e campanili, costituiscono il filato e le lingue di mare
che fra esse si insinuano gli spazi interclusi.
Prima di
affrontare il tour della città, già che ci siete, visitate il municipio con la
sua sala consiliare sovrastata dal più grandioso solaio in legno che possiate
immaginare: una sorta di scafo di nave rovesciato o anche una fitta selva di
alberi scarniti, con straordinario effetto prospettico tridimensionale. Poi
immergetevi nella favolosa Sala Dorata dove un giacimento di diciotto milioni di
tasselli d’oro ricopre integralmente soffitto e pareti, decorati con mosaici di
storia patria invero un pò stridenti. Qui si tiene ogni anno il ricevimento in
onore dei vincitori del Premio Nobel, e forse avvertirete l’eco di tante
illustri intelligenze che prima di voi lì hanno sostato.
|
|