LE CASCATE DELLE MARMORE VISTE DAL CIELO

Una vista inconsueta di un grande spettacolo della natura

   

 di Dedo
 
 
Sono le cascate tra le più alte d'Europa, tre salti per un totale di 165 metri di dislivello, una centrale idroelettrica di 530 MW. Pochi sanno che questo spettacolo della natura è per gran parte opera dell'uomo. Il fiume Velino, dopo aver superato la bassa Sabina, nei pressi di Terni andava ad incagliarsi in una grande serie di anfratti calcarei e, non avendo un letto definito in cui scorrere, aveva impaludato tutto l'altopiano, con gravi conseguenze dal punto di vista sanitario. Nel 271 a.C., il console romano Manio Curio Dentato ordina la costruzione di un canale (il Cavo Curiano) per far defluire le acque stagnanti in direzione del salto naturale di Marmore: da lì, l'acqua precipitava direttamente nel fiume Nera, affluente del Tevere. Con la fine dell'Impero Romano terminò anche la manutenzione del canale e l'altopiano tornò ad essere una palude. Fu nel 1422 che papa Gregorio XII fece costruire un nuovo canale di deflusso (il Cavo Gregoriano) e nel 1545 Paolo III un altro ancora (la Cava Paolina). Il problema di queste opere e di quelle successive era l'allagamento della piana di Terni e della stessa città durante i periodi di piena. La sistemazione attuale e definitiva si deve a Pio VI che nel 1787 incaricò l'architetto Andrea Vici che operò direttamente sui balzi delle cascate risolvendo la maggior parte dei problemi.  
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Visione d'insieme delle cascate Il punto dove inizia la caduta Un arcobaleno si forma dagli spruzzi d'acqua Il primo grande balzo Visione d'insieme delle cascate
  Il tratto finale  Il primo grande balzo  
                                                                       
   

                   

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