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MOTOCROSS Fango, polvere e sudore |
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Testi di Giuseppe Moscatelli e foto di Pietro Iannetta | |||
Fango, polvere e sudore. E poi afrore di carburanti bruciati e motori surriscaldati. Rumore assordante di accelerate, balzi, cadute e derapate. Marce tirate al massimo e brusche frenate. Grida di incitamento dai bordi di strade sterrate e accidentate. Tutto questo connota la liturgia del motocross, specialità sportiva i cui fruitori - riders o spettatori che siano - assomigliano più agli adepti di una setta che agli utenti di una pur spettacolare gara motociclistica. Se avete qualche dubbio recatevi una domenica mattina in uno dei luoghi - sarebbe improprio chiamarli “piste” – dove si svolge una tale “celebrazione”: vi troverete tra decine di centauri bardati dalla testa ai piedi con caschi affilati e tute colorate, fino all’ultimo intenti ad armeggiare tra cilindri, valvole e pistoni; e tra un pubblico vociante e appassionato che non teme di sporcarsi con gli schizzi fangosi, di respirare tra nuvole di polvere e vapori inebrianti e che soprattutto non tiene in grande considerazione l’inquinamento acustico. Guardate il dinamismo cromatico e cinetico di una partenza, quando i riders ammucchiati scalpitano gomito a gomito per ricavarsi un vitale spazio d’azione; guardate i salti spettacolari che strappano “oohhh” di meraviglia e qualche palpitazione al pubblico meno smaliziato e sembrano proiettare in volo i piloti prima di ricadute rischiose quanto ben ponderate; guardate il caos melmoso di uomini e moto che ogni momento sembrano calpestarsi, scontrarsi, accavallarsi salvo uscire ogni volta indenni dalla calca e dirigersi a testa bassa contro il prossimo ostacolo... Tutto questo è ben espresso nel reportage di Pietro Iannetta che da appassionato qual’è di motocross sa cogliere l’attimo, proprio come se fosse lui stesso al centro della mischia. Guardate il reportage, e poi diteci se non vi viene voglia di vivere, almeno come spettatore, una tale entusiasmante esperienza. |
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