La Casa degli Etruschi
 


di Giacomo Mazzuoli

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Schema dei tetti delle case etrusche

Le testimonianze di abitazioni etrusche sono rare. Gli archeologi hanno sempre preferito scavare le necropoli, molto più ricche di materiali e di storia e anche più facili da identificare e portare alla luce. Le città dei vivi sono state esposte alla furia degli agenti naturali o, nel migliore dei casi, ricoperte dalle metropoli delle civiltà successive. I pochi casi disponibili di resti abitativi, le vere fonti dirette delle case etrusche, sono perdipiù limitati alle fondazioni e a scarsi resti di elementi decorativi.

Ci sono poi le fonti indirette costituite dagli scritti di autori classici, mai etruschi, che ci forniscono, solo occasionalmente, qualche dato sulle abitazioni etrusche. Sono ancora una volta le tombe a darci la maggiore testimonianza, sia pure anch’essa indiretta, di come fossero le abitazioni etrusche e di come si siano evolute nel tempo. Si va infatti dalle urnette a forma di capanna di età villanoviana a quelle a casa con base rettangolare diffuse dall’orientalizzante all’ellenismo, per arrivare alle tombe a camera con i tetti a spiovente e trave centrale (columen) che non possono non essere ispirate alle case in muratura più evolute.


 

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Ricostruzione di capanna villanoviana

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La tomba della Capanna, Cerveteri necropoli della Banditaccia


 

 

La Capanna

 

Nella cultura villanoviana (IX-VIII sec. a.C.) la casa è una capanna costruita con materiale deperibile: le pareti sono di argilla ed elementi vegetali tenuti insieme da una serie di paletti lignei che formano una sorta di armatura oppure di canne intrecciate rivestite di argilla. A causa della natura del materiale usato, le parti superstiti recuperate grazie alla ricerca archeologica si limitano ai fondi e ai fori di alloggiamento dei paletti di sostegno. Da questi è possibile risalire alla  planimetria e all’organizzazione dei villaggi.

Il pavimento è in terra battuta. La pianta può essere circolare, ellissoidale o anche rettangolare. All’interno della capanna il centro era occupato dal focolare in corrispondenza del quale c’era un foro sul tetto per la fuoriuscita dei fumi e per l’aerazione. L’arredo doveva essere piuttosto scarso e costituito da pochi mobili di materiale deperibile mai recuperato. Le capanne erano disposte probabilmente senza un ordine prestabilito, il numero degli abitanti del villaggio doveva essere mediamente qualche centinaio, talvolta anche un migliaio. La sostanziale conformità tipologica e costruttiva delle capanne che formavano il villaggio fa pensare ad un certo equilibrio nella distribuzione della ricchezza derivata essenzialmente dall’attività agricola e pastorale.

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La tomba dell'Alcova nella necropoli della Banditaccia di Cerveteri, notare l'imponente trave centrale (columen) che sosteneva i tetti delle abitazioni etrusche

 

La Casa in muratura

 

Tra la fine dell’VIII e l’inizio del VII secolo in Etruria si assiste a un forte boom economico con l’affermazione di una nuova classe di imprenditori che gestisce le attività produttive legate alle risorse naturali (agricoltura e metalli), cui si affianca un artigianato specializzato nella metallotecnica e una classe di commercianti il cui orizzonte di scambio comincia ad andare ben oltre i limiti regionali. Tale cambiamento sociale è ben documentato nella tipologia tombale, con il passaggio dai semplici pozzetti per incinerazione e dalle fosse per la tumulazione dei defunti, alle prime tombe a camera, destinata ai membri delle famiglie evidentemente più facoltose. Il corrispettivo in ambito civile è la casa in muratura.

Le testimonianze dirette sono molto scarse e spesso si trovano ai livelli inferiori di un contesto di scavi che comprende anche edifici più recenti. I luoghi che hanno contribuito maggiormente a fornire un’idea della struttura delle case in muratura etrusche sono Acquarossa, San Giovenale, Marzabotto, Murlo. Buoni indizi vengono anche dalle fonti indirette: modellini, tombe a camera, notizie di autori antichi.



Resti di abitazioni etrusche a San Giovenale

Schematizzazione della tecnica del graticcio con cui venivano realizzati i muri delle abitazioni

 

 

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