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Chiusi, dove il modello della camera sepolcrale viene adottato con
frequenza crescente dal VI secolo a.C., sono conosciute una
quindicina di tombe dipinte, la maggior parte delle quali si
datano in epoca tardo-arcaica
(prima metà del V secolo a.C.). Oggi soltanto due di queste tombe
presentano pitture leggibili: la tomba del Colle Casuccini (detta
anche del Leone) e la tomba della Scimmia. La
Tomba del Colle Casuccini presenta una pianta alquanto
articolata, ruotante su tre ambienti introdotti da un lungo corridoio
di accesso nei lati del quale erano state ricavate due
cellette, entro cui dovevano essere collocate urne cinerarie. Lungo
le pareti, correvano su fregio continuo una processione di danzatrici
con crotali, atleti, pugilatori e lottatori nonché una
corsa con bighe e una caratteristica scena di banchetto.
La tomba
della Scimmia, in località Poggio Renzo, databile intorno al 480 a.C.,
e interessante anzitutto per la pianta cruciforme introdotta da un
corridoio a gradini e piuttosto curata nelle partiture
architettoniche, poiché la camera principale, quella laterale e
quella di fondo recano un soffitto cassettonato con lacunari.
Scoperta nel 1846 da Alessandro François, è composta da quattro sale
e vi si accede, dopo essere scesi per una scala che non è
l'originale, in quanto l'ingresso originario era formato da un lungo
corridoio che attualmente è interrato e sotto la sede stradale. Come
per altre tombe etrusche, si nota che la disposizione delle stanze
ricorda le case etrusche, un ingresso una stanza centrale e le due
camere sui lati.
Venne scavata direttamente nel tufo e le pitture che ornano le pareti
rappresentano scene di giochi atletici, spettacoli di abilità, danze
ed una corsa di bighe.
Il Labirinto di
Porsenna è sostanzialmente una serie di cunicoli di probabile
epoca etrusca che intersecano quasi tutta Chiusi vecchia e che furono
scavati con lo scopo di drenare le acque piovane.. Nel labirinto non
fu ritrovata la mitica tomba di re Porsenna che, secondo Plinio era
stato sepolto sotto la città di Chiusi in un monumento dal basamento
di 90 metri di lato e che racchiudeva un labirinto sormontato da
piramidi e da una copertura di bronzo.
Il vaso François
è’ il più antico cratere a
volute attico pervenutoci (570-560 a.C.) e fu scoperto in più riprese
dall'omonimo archeologo a Fonte Rotella, circa tre Km a nord di
Chiusi a partire dal 1844. Per un approfondimento rimandiamo alla
nostra monografia
(clicca qui)
Il museo
archeologico di Chiusi. Il Museo Archeologico Nazionale di
Chiusi, istituito nel 1871, fu trasferito solo nel 1902 nell’edificio
neoclassico che è la sede attuale. Raddoppiato nel 1932 per ospitare
i materiali delle Collezioni Paolozzi e Mieli Servadio, fu
danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e statalizzato nel
1963. L’allestimento attuale, inaugurato nel 1992, è articolato in
tre sezioni. La prima è dedicata alla storia della ricerca
archeologica a Chiusi nei secoli scorsi, alla formazione del Museo e
alla documentazione dell’attività di falsificazione dei reperti assai
fiorente nell’Ottocento. Nella sezione centrale viene delineato lo
sviluppo dell’artigianato artistico locale: si segnalano tra l’altro
i canopi ossuari antropomorfi che i chiusini produssero in
abbondanza, la scultura funeraria, i vasi di bucchero e le terracotte
architettoniche.Nella terza sezione, quella topografica, che
raccoglie i reperti degli scavi più recenti, è stato ricostruito
l’articolato fenomeno dell’urbanizzazione di Chiusi, dello sviluppo
delle necropoli urbane e del di popolamento dell’agro chiusino. Al
Museo è annesso un laboratorio di restauro con la possibilità di
visite guidate su prenotazione |
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Particolare
di una parete dipinta della tomba di Colle Casuccini |
Pianta e
facciata della Tomba della Scimmia |
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Disegno che
ricostruisce una scena della Tomba della Scimmia |
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