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di Giacomo
Mazzuoli |
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Cerveteri (Necropoli del Sorbo) |
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Come si arriva
Per raggiungere la Necropoli del Sorbo da Cerveteri si percorre la
Provinciale per Bracciano e si gira al bivio per Ceri. Per visitare le
tombe occorre prendere accordi con il custode. Pur essendo molto estesa
questa necropoli è meno famosa di quella monumentale della Banditaccia.
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La Necropoli del Sorbo comprende una serie di tombe
rupestri ma soprattutto la celebre Tomba Regolini -
Galassi ritrovata intatta nell'aprile del 1836
dall'arciprete Regolini e del Gen. Galassi, che le hanno dato il
nome. L'ipogeo ha un dromos cortissimo ad è formata da due
ambienti rettangolari, lunghi e stretti in asse tra loro:
l'anticamera e la cella. Quasi al termine dell'anticamera, verso la
cella, si aprono due nicchie laterali scavate nel tufo, di forma
ovoidale. La tomba è per metà della sua altezza scavata nel tufo e
per l'altra metà costruita con massi squadrati a formare una falsa
volta di forma ogivale (tomba del tipo a volta costruita o a cielo
aperto). La nicchia di destra che ospitava le ceneri di un defunto
in un biconico di bronzo era chiusa con un blocco di tufo (sigillo).
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Tombe
rupestri presso la Necropoli del Sorbo
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Il dromos della tomba
Regolini-Galassi
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Fibula d'oro
rinvenuta all'interno della tomba Regolini-Galassi
(Museo Gregoriano
Etrusco)
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Al termine dell'anticamera fu trovato un letto di bronzo sul
quale doveva essere deposto il corpo di un guerriero di nobile
famiglia. Per portarlo nella tomba venne probabilmente usato il
carro trovato nella stessa stanza e ricostruito in legno al Museo di
Cerveteri. Vicino fu trovato un oggetto in bronzo definito un
bruciaprofumi o un carrello, portavivande. Otto scudi rotondi in
leggera lamina di bronzo, sicuramente da parata sono stati ritrovati
lungo la parete di sinistra ed ancora calderoni di bronzo, con alti
sostegni conici e rotondi ornati , armi, spiedi, alari, sedili e
graziose statuette a tutto tondo, rappresentanti figure femminili
dai lunghi vestiti. Ma soprattutto fu scoperto un vero tesoro di
gioielli in oro: la famosa fibula a navicella di ben trenta
centimetri di altezza, tutta decorata ed ornata con figure a
rilievo; la placca ritrovate sul petto del defunto, secondo una
tradizione orientale, decorata a sbalzo con lunghe teorie di animali
fantastici: sfingi. mostri, felini, grifoni; due alti braccialetti a
fascia decorati a sbalzo e a granulazione; pendenti, collane, tra
cui una bellissima con tre pendenti di ambra incastonata. Oggetti di
bronzo, una situla (specie di secchiello con manici) decorate in
argento, avori. buccheri, ceramiche acrome, e dipinte: coppe, tazze,
anfore e brocche. Un trono di cui rimangono i rivestimenti di bronzo
ad uno sgabello per appoggiare i piedi.
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Si era fatta l'ipotesi, data la ricchezza dei gioielli a due
incisioni ritrovate su due coppe, che una donna, una principessa di
nome Larthia, fosse seppellita nella cella. Attualmente si
pensa che le parole Larthia e Mi Larthia, possano
essere un genitivo possessivo a quindi indicare, come se la coppa
parlasse, Io (sono) di Larth, un personaggio maschile.
Nella nicchia laterale sinistra è stata ritrovata una biga, in legno con
ornamenti in bronzo, che appare spezzata e bruciata, probabilmente
perché non entrava nello spazio ristretto della nicchia. Fra gli
altri oggetti: coppe di argento molto belle e un vasetto di bucchero
a forma di bottiglia conica, con incisa una della più antiche
riproduzioni di alfabeto etrusco.
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