di Giacomo Mazzuoli

Scrivi all'autore


Tarquinia - Gravisca




 

Come si arriva

Lasciata la SR1 Aurelia all'altezza dello svincolo per Tarquinia, si prende in direzione Saline e Tarqunia Lido. Il sito archeologico, non visitabile e visibile dalla strada, si trova poco dopo aver superato l'incrocio per Tarquinia Lido. 
 
  Gravisca è il nome della colonia romana che sorse nel 180 a.C. sulle rovine dell'antico centro, di cui si ignora la denominazione, che fu il porto della Tarquinia etrusca. Al margine meridionale del centro etrusco è venuto alla luce il cosiddetto "Santuario greco di Gravisca", un insieme di edifici sacri sede di culti e riti greci. Il santuario si connota come emporion, cioè un luogo di commercio nel quale la comunità locale, attraverso la concessione di uno spazio sacro ai mercanti stranieri che frequentavano lo scalo tarquiniese, ne garantiva l'immunità personale, la certezza dello scambio ed il diritto all'esercizio delle proprie pratiche religiose. Nel santuario, poco dopo il 600 a.C., fu edificato un sacello consistente in un piccolo edificio rettangolare costruito con muretti a secco, sacro ad Afrodite, divinità fra l'altro protettrice della navigazione.
 




Veduta aerea degli scavi del Tempio di Gravisca



Statuetta bronzea raffigurante Afrodite armata, rinvenuta a Gravisca (1)

  Dopo la metà del VI secolo, come documentano le dediche votive, ad Afrodite si affiancano altre due divinità femminili: Hera e Demetra. Lo scavo ha restituito una quantità straordinaria di oggetti votivi dedicati alle dee: ceramiche preziose, statuette bronzee, avori etc., oggetti offerti non solo dai naviganti greci tra cui personaggi notissimi come Paktyes, forse lo stesso tesoriere di Creso, re di Lidia, ricordato da Erodoto (I, 153-161), ma anche dalla popolazione tarquiniese come testimoniano le iscrizioni in lingua etrusca con dedica a Turan, la divinità locale corrispondente ad Afrodite.   
 
 
(1) Museo Archeologico di Tarquinia  

TORNA SU