Il Cippo di Perugia


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di Giacomo Mazzuoli

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Il Cippo di Perugia (Perugia, Museo Archeologico Nazionale)

  Nel 1822 un violento acquazzone fece tornare alla luce, nelle campagne di Perugia, un cippo di travertino rettangolare con iscrizioni etrusche. La pietra, oggi conservata al Museo della città umbra, testimonia di un arbitrato, risalente al III – II secolo a.C., tra due famiglie etrusche, i Veltinia e gli Afonia,  per una questione di terreni e di una tomba a cripta che vi insisteva. L'azione arbitrale era stata promossa da Lart Afonio che accetta di cedere 3 napure (misure terriere) come zona di disimpegno per la tomba dei Veltini e probabilmente anche come strada di accesso ad essa, si impegna a custodire la tomba e gli arredi funerari con scrupolo, fa costruire e scolpire a sue spese il Cippo.La pietra venne conficcata nel terreno fino all'altezza dell'iscrizione presso il fontanile del capo d'acqua dell'odierno torrentello Genna e serviva come principale punto di riferimento per le indicazioni relative ai terreni di cui si discuteva. Come punto di riferimento veniva considerata anche la tomba e probabilmente anche il corso del citato torrentello. Il lodo dell'arbitro determina una permuta di terreni tra i Veltini e Lart Afonio. Poi indica dove sono esattamente le 12 napure che appartengono a Veltinio.
Inoltre il lodo dichiara che la tomba appartiene ed apparterrà anche nel futuro alla famiglia Veltinia a norma della legge etrusca (che dunque la considerava inalienabile), nonostante che essa insistesse nel possedimento di Lart Afonio. Il lodo dichiara pure che la stele appartiene ad Afonio, evidentemente perché l'aveva fatta costruire e scolpire lui a sue totali spese e con ciò assegnava a lui il problema della sua custodia. Infine il lodo impone a Veltinio di rispettare, finché è in vita, le disposizioni dell'arbitro ed inoltre a non muovere nel futuro causa ad Afonio per quanto viene prescritto dal lodo stesso.
Le scritte insistono su due facciate del parallelepipedo che costituisce il cippo, una grande ed una laterale.

 

 

Di seguito riportiamo una ricostruzione del testo originale, la trascrizione in caratteri latini e la traduzione del Prof. Pittau.

 

 

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Traslazione in caratteri latini del testo etrusco (lato A) (Clicca sul testo per leggere la traduzione)

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Traslazione in caratteri latini del testo etrusco (lato B) (Clicca sul testo per leggere la traduzione)

 

 

 

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