Il 14 maggio si festeggia a Marta, piccolo centro sul lago di Bolsena, la tradizionale
Barabbata.
Casenghi, Bifolchi, Villani e Pescatori, rappresentanti delle arti e
mestieri, sfilando in costume e con i carri allegorici per le vie del
paese, hanno raggiunto l'antico Santuario della Madonna del Monte dove
si è celebrata, nell'offerta alla Madonna di tutti i frutti della terra,
la cerimonia delle “Passate”, che rievoca antichi riti pagani di
propiziazione.
La preparazione dell’evento richiede mesi e mesi di lavoro e coinvolge
gran parte della popolazione Martana, la quale tra canti, cori e cene
sul posto, trascorre in allegria durante le lunghe serate di
preparazione, un momento di aggregazione tra i vari gruppi, che sono la
molla scatenante ed il collante, che rende questa festa grande e piena
di inventiva.
Il corteo storico è costituito, in un rigido ordine “gerarchico”, dalle
varie categorie di lavoratori. Aprono la sfilata i Casenghi a cavallo,
coloro cioè che avevano il compito di sorveglianti del lavoro dei campi.
Seguono i Bifolchi, cioè quelli che aravano e lavoravano la terra con
l’aratro a chiodo trainato dai buoi. Della categoria dei Bifolchi fanno
parte anche i Portaspese, ovvero gli incaricati di trasportare con un
asino i viveri durante i lavori agricoli, ed i Pastori, che portano sul
loro carri pecore e caprette. Poi i Villani, cui spetta ogni tipo di
lavoro campestre, quello più duro; questi si dividono in più categorie:
i Sementerelli, cioè i seminatori, che portano le grandi bisacce da
semina, poi le Vanghe, con l’omonimo attrezzo, i Mietitori, che portano
la “gregna” (il covone) di grano e la falcetta, infine i Falciatori, con
le grandi falci da fieno. Chiudono il corteo dedicato alle categorie dei
lavoratori i Pescatori, gli ultimi ad essere ammessi alla Barabbata nel
1608, che portano in offerta i pesci del lago disposti su carri e barche
riprodotte in scala.
Quando tutta la processione ha raggiunto la chiesa della Madonna del
Monte e dopo aver reso ripetutamente omaggio alla Vergine con i rituali:
“Evviva Maria, sia lodato il Santissimo Sacramento, Evviva la Madonna
Santissima del Monte, Evviva Gesù e Maria”, viene officiata la Santa
Messa al termine della quale ha luogo la parte più caratteristica,
misteriosa e controversa della festa (nel corso dei secoli è stata più
volte proibita e poi riammessa): le tre Passate (giri) che tutti i
partecipanti al corteo compiono entrando dalla porta della chiesa ed
uscendo da quella del convento, attraversando l’area sacra del
Presbiterio con attrezzi e animali e facendo un gran chiasso, certamente
inusuale per un luogo sacro. All’ultima passata i partecipanti lasciano
sull’altare i doni, frutto del loro lavoro e ricevono in cambio dai
Signori della Festa la tradizionale ciambella.
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