Rinnovamento nello Spirito Santo |
I
“Figli dello Spirito” cantano, ballano, si abbracciano, si baciano,
svengono per rendere omaggio a Gesù. |
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Vai a parte:
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3 |
Parte Prima |
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di
Giuseppe Moscatelli |
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A
Tuscania
La serata invernale umida e fredda non mi invogliava
a rispettare il mio proposito. Erano da poco passate le nove e
ancora non mi decidevo. Sulla via del ritorno, giunto al bivio, ho
messo la freccia in direzione di Montefiascone, ma poi ci ho
ripensato e ho imboccato la strada per Tuscania.
Anna mi aveva invitato alla sua catechesi: per lei
era una cosa importante, ci teneva, non potevo deluderla. Senza
contare che nei giorni precedenti mi aveva chiesto più volte
consiglio per mettere a punto il testo. Dovevo andare.
Sono così arrivato alle case Gescal, rione popolare
e periferico di Tuscania, e percorrendo le strade deserte e
semibuie ho cercato di individuare la chiesa. Non è stato
difficile: il quartiere non è grande e l’edificio era illuminato a
giorno, tanto che il bagliore proveniente da vetrate e finestre
rischiarava il buio tutto intorno. Ma, soprattutto, un fragore di
canti, applausi, tamburi, chitarre mi annunciava che ero arrivato.
Una volta entrato ho salutato Anna e mi sono trovato
attorniato da persone che mi sorridevano, una delle quali ha subito
chiesto: “Chi è il nuovo fratello?”. Fatte le presentazioni, non
senza elargizione di abbracci in quantità, mi sono seduto e la
serata è continuata. Nella piccola chiesa una moltitudine di fedeli
aspettava l’ “attacco” di un gruppo musicale - due ragazze con
chitarra acustica amplificata e tamburelli e un ragazzo alla
batteria - che, posizionato sul lato destro del presbiterio,
dirigeva i canti. Non mi è sembrato di vedere un prete, e comunque
se c’era non si faceva notare.
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Il Santuario del Divino
Amore |
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I fedeli prendono posto |
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Una delle ragazze con chitarra grida a gran voce
rivolgendosi agli astanti: “Canto 319”. Dopo aver rapidamente
sfogliato un piccolo libro appoggiato sul banco tutti iniziano a
cantare:
“Io ho un amico che mi ama...
mi ama...mi ama...
Io ho un amico che mi ama...
il suo nome à Gesù...”
Al canto si accompagna un gesticolare convulso di
mani che indicano se stessi e poi gli altri, che imitano il battito
di un cuore, che si congiungono come in preghiera... Non conosco il
testo. ma già alla seconda strofa posso unirmi al coro, seppur con
qualche imbarazzo, perché la ragazza con la chitarra sul finire di
ogni strofa grida l’attacco successivo, peraltro prevedibile. E
quindi si prosegue: “Tu hai un amico che ti ama...” e ognuno
rivolgendosi verso il vicino lo addita con l’indice; e ancora.
“Noi abbiamo un amico che ci ama...” e tutti si prendono per
mano...
Segue un silenzio assoluto: a mani giunte, a testa
bassa, in ginocchio, tutti sembrano assorti nella preghiera. Ma,
dopo pochi istanti, il silenzio è rotto da voci improvvise che con
tono enfatico e accorato ripetono “Ti amo Signore Gesù... ti amo
Signore Gesù...”. Le invocazioni provengono dai quattro lati della
sala, ma nessuno si gira a vedere chi ne siano gli autori.
All’esclamazione iniziale segue una convulsa motivazione: ciascuno
spiega con l’animo in gola le ragioni del suo amore per Gesù e
quando uno finisce un altro riprende. |
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Torna il silenzio, infranto questa volta dalla
ragazza con la chitarra che grida: “Canto 217...”. L’assemblea si
rianima: il testo della canzone proposta sembra in spagnolo, ma
facilmente comprensibile:
“Mi pensamiento eres tu Senor...
Mi pensamiento eres tu,
porque tu mi as dato la vida
porque tu mi as dato l’ amor...”
Ed anche in questo caso il testo è illustrato da gesti:
tutti indicano con la mano destra il grande crocifisso quasi
incombente sull’altare.
Ancora silenzio e ancora invocazioni. Questa volta
aperte dall’ espressione “Io ti prego Signore Gesù perché...”.
Nel corso della serata, alternati alle canzoni, si
avrà modo di riflettere anche su: “Io ti chiedo perdono Signore
Gesù perché...” e “Io ti chiedo Signore Gesù che...”.
Giunge il momento della catechesi: Anna,
visibilmente emozionata, si dirige verso l’altare e rivolta
all’assemblea legge il suo documento, peraltro già visionato dal
responsabile di zona, che è vicino a lei.
Anna parla con voce rotta della sua esperienza in
Rinnovamento, del beneficio che ne ha tratto, dell’amore per Gesù e
per tutti i fratelli, di come la sua vita sia cambiata... Cita
passi delle Sacre Scritture e versetti del Vangelo. Viene spesso
interrotta da altri fedeli che con tono petulante le chiedono di
indicare i numeri dei versetti citati, che poi annotano
diligentemente su un foglio per una riflessione successiva privata.
La fine della catechesi è accolta da un applauso. Anna commossa
ritorna al suo posto. |
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Si prega e si canta |
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Vai a parte:
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