In occasione del mio ultimo soggiorno a Canino,
due considerazioni mi hanno fornito lo spunto per
quello che spero possa essere un contributo:
- la prima viene da un fotogramma della memoria che,
in una sera di questa (troppo calda?) estate, mi ha
manifestato in tutta la sua evidenza il confronto tra
la situazione attuale ed il ricordo di un paese
stracolmo di gente che passeggiava nel Vicolo Maestro,
del teatro bello come quelli più famosi, dei cortei
che festeggiavano S.Clemente o la vittoria nelle
elezioni politiche, dei tavolini dei bar che
occupavano per intero la piazza, delle corse dei
cavalli e delle biciclette, delle due squadre di
calcio (Pro-Canino e Alba-Canino, ricordo bene?);
- la seconda dalla scoperta del vostro sito internet e
quindi, insieme al piacere di sapere del notevole
coinvolgimento di persone disponibili e capaci di
essere valido supporto ad un tentativo di
accrescimento culturale, la paura che tale iniziativa
possa confondersi con quelle che accomunano ormai
tutti i comitati e associazioni che, in giro per la
Penisola, intendono valorizzare uno degli innumerevoli
(medioevali, se possibile) episodi storici che rendono
“unica” la loro città.
E allora: senza pretendere di influire più di tanto
sugli elementi oggettivi che hanno portato all’attuale
modo di “vivere il paese”, è possibile fare qualcosa
per invertire il lento e progressivo impoverimento
culturale, economico e partecipativo?
Evidentemente si: a dimostrazione c’è l’impegno di
associazioni e persone tanto disponibili quanto
preparate come i collaboratori di Canino.info
Condiviso l’obbiettivo e risolto il problema delle
risorse, rimane da stabilire il metodo.
L’interrogativo che intendo proporre è se non sia il
caso di porre mano da subito ad un progetto concreto
che affianchi l’approccio “culturale”.
Non potendo prescindere da un mondo che gira sempre
più intorno alla parte economica dei problemi
individuali e collettivi, penso che invece di seguire
l’antico metodo che vuole si passi dalla cultura per
giungere al progresso, si possa tentare una strada
nuova che, prevedendo in partenza un concreto
miglioramento, sia coinvolgente al punto da produrre
un diffuso elevamento culturale.
Detto in modo diverso: se condividiamo l’intendimento
di fare qualcosa per scuotere il paese ed aiutarlo a
fare un primo passo in avanti, propongo di fare un
tentativo privilegiando il raggiungimento di risultati
economici prima ancora di quelli culturali.
Badate bene: mi rendo conto di richiedere un grosso
sacrificio a quanti, animati da puro spirito di
servizio, sarebbero così chiamati a profondere energie
nel cercare di far funzionare un meccanismo destinato
a produrre reddito; il premio è rappresentato dalla
speranza che la forza di tale molla possa essere così
trainante da allargare la base partecipativa tanto da
essere essa stessa punto di partenza per il successivo
avanzamento culturale.
IL PATRIMONIO
Canino è il classico paese “a misura d’uomo” dove si
vive bene, si mangia bene, c’è olio d’oliva dei
migliori. E’ terra etrusca, culla della famiglia e
della storia dei Farnese, ad un passo da Castro ed al
centro di una zona di indiscusso valore storico,
artistico, culturale, a ridosso di uno dei più
incontaminati litorali d’Italia.
Tutto assolutamente vero, tutto da dividere con una
infinità di altri città, regioni, paesi confinanti o
meglio raggiungibili e/o appetibili e/o conosciuti e/o
pubblicizzati.
Con una particolarità in più: Luciano Bonaparte.
Luciano Bonaparte Principe di Canino.
Luciano Bonaparte, vissuto e sepolto a Canino.
Luciano Bonaparte, per quello che può rappresentare
nell’immaginario di chi è ancora pieno di stupore
davanti al nome che porta e che mai avrebbe pensato ne
esistesse tale forte traccia così vicino (perchè,
signori miei, a Valentano o Tarquinia o Viterbo o Roma
ben pochi sanno che il fratello di Napoleone è vissuto
ed è sepolto a Canino)!
IL PROGETTO
E quindi c’è una possibilità per chi voglia respirare
quel “soffio” di grandezza e di storia senza andare
troppo lontano: VENIRE A CANINO!
C’è solo una cosa da fare per rendere concreta quella
possibilità: APRIRE IL MUSEO DI LUCIANO BONAPARTE!
Ed infine: perchè i potenziali interessati possano
scegliere di venire e questa scelta diventare una
ricchezza per l’intero paese bisogna creare i
presupposti e le infrastrutture necessarie a
richiamare, accogliere e tenere i turisti per una
intera giornata di visita.
IL MUSEO
Mi rendo conto che la parola stessa evoca una così
vasta quantità di “oggetti di inestimabile valore” che
un’idea del genere può sembrare di esclusivo
appannaggio dello Stato o di un magnate americano.
Eppure proprio i paesi anglosassoni ci hanno insegnato
che, nella elaborazione di un simile progetto, basta
mettere in primo piano (anche perché lo merita)
l’aspetto didattico e divulgativo perché l’impresa non
appaia più così impossibile.
Fermo rimanendo il fatto che la Cappella Bonaparte
copre da sola la sezione “di inestimabile valore” di
un museo, c’è solamente da acquisire la disponibilità
di adeguati locali in quanto la parte rimanente
riguarda il solo fatto tecnico della selezione,
utilizzo e disposizione del materiale utile a
completare la sezione didattica.
Numerosi sono ormai gli esempi di musei creati secondo
tali direttive; noi possiamo contare sulla
disponibilità di materiale e di “tecnici” in grado di
elaborare e portare a compimento tale progetto.
C’è da ricordare infine che l’Amministrazione Comunale
potrebbe essere coinvolta qualora fosse possibile e
fosse essa stessa interessata all’utilizzo in tal
senso di una parte del materiale proveniente
dall’Archivio Storico.
IL RICHIAMO TURISTICO E LE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
Avendo noi a disposizione, anche per quanto vedremo in
seguito, materiale per un ampio e qualitativamente
notevole richiamo turistico, una volta istituito il
museo e quindi finalmente in possesso dell’elemento
concreto e visibile, tesoro esclusivo, punto focale
del messaggio, dobbiamo preoccuparci di verificare la
esistenza di strutture che ci permettano di accogliere
il turista che, ripetiamo, almeno in questa fase
iniziale, si caratterizza per essere visitatore
giornaliero.
Facile quindi sostenere che unica necessità è quella
di attrezzare un parcheggio facilmente accessibile ed
un percorso che porti il turista fino al museo.
LA VISITA GUIDATA
Ripero: ritengo che l’obiettivo debba essere quello di
mantenere il turista a Canino per una intera giornata.
Per fare ciò dobbiamo convincerlo prima e facilitarlo
poi nel compiere un giro guidato che comprenda: la
visita del paese (Museo e Cappella, Palazzo Farnese,
Convento di S.Francesco, Paese), i siti archeologici
intorno a Canino (Vulci, Ponte dell’Abbadia e Museo
Archeologico, Ferriera, Rovine di Castro), la visita e
gli acquisti presso gli oleifici ed i negozi in paese,
la sosta presso le trattorie e ristoranti lungo il
percorso ed in paese.
Quindi: per “convincerlo” sarà necessario predisporre
accurate e complete guide, del paese e dei siti da
visitare; per “facilitarlo” , potrà essere utilizzato
un servizio di navetta che, percorrendo per tutto il
giorno il circuito Canino-Ferriera-Ponte dell’Abbadia-Castro-Canino,
impiegando circa un’ora, darà la possibilità di
spostarsi da un sito all’altro ad ogni detto
intervallo di tempo, lasciando quindi liberi i
visitatori di organizzarsi a loro piacimento.
L’INDOTTO
Tornando quindi al concetto iniziale per cui
l’obiettivo primo debba essere il coinvolgimento del
maggior numero di concittadini in previsione di un
concreto ritorno economico, si può ipotizzare che
potendo contare su un nuovo, convincente afflusso di
turisti, il comparto commerciale dell’economia del
paese dovrebbe trarne indubbi vantaggi: sia
conseguenti al maggior fatturato delle imprese
esistenti (oleifici, ristoratori, esercizi
commerciali) che alla prevedibile nascita di nuove per
la produzione e vendita di beni legati direttamente
all’iniziativa (oggettistica, riproduzioni, stampe,
pubblicazioni) che di prodotti di gastronomia locale
da valorizzare.
Come appendice (per i pignoli o per coloro che
vogliono rimanere a sognare altri due minuti), mi
permetto di suggerire almeno i titoli degli ultimi,
più aridi aspetti che devono essere presi in
considerazione.
L’ASPETTO ECONOMICO
1) Investimenti iniziali
2) i costi di gestione
3) la mano d’opera (volontariato e nuove opportunità
di lavoro)
4) i ricavi
I SOGGETTI ECONOMICI ED ISTITUZIONALI
1) Il Comitato “Canino 2008” (volontariato,
cooperativa, nuova impresa) per il coordinamento delle
iniziative e rapporti con i soggetti istituzionali;
2) la Cooperativa (o altro tipo di società) per la
gestione della parte economica;
3) la Editrice per la pubblicazione e
commercializzazione di opuscoli, guide turistiche,
materiale divulgativo;
4) Gli imprenditori locali
5) L’Amministrazione Comunale
6) Gli altri Enti ed Istituzioni (Museo di Vulci,
Comuni limitrofi, Amm.ne Prov.le, Regione,
Parrocchia/Curia Vescovile)
7) I cittadini.
A questo punto possiamo anche risvegliarci! O no?
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