Canino 2008

 

CANINO 2008
a duecento anni dall’ingresso in Canino di Luciano Bonaparte


di Mauro Marroni

  In occasione del mio ultimo soggiorno a Canino, due considerazioni mi hanno fornito lo spunto per quello che spero possa essere un contributo:

- la prima viene da un fotogramma della memoria che, in una sera di questa (troppo calda?) estate, mi ha manifestato in tutta la sua evidenza il confronto tra la situazione attuale ed il ricordo di un paese stracolmo di gente che passeggiava nel Vicolo Maestro, del teatro bello come quelli più famosi, dei cortei che festeggiavano S.Clemente o la vittoria nelle elezioni politiche, dei tavolini dei bar che occupavano per intero la piazza, delle corse dei cavalli e delle biciclette, delle due squadre di calcio (Pro-Canino e Alba-Canino, ricordo bene?);

- la seconda dalla scoperta del vostro sito internet e quindi, insieme al piacere di sapere del notevole coinvolgimento di persone disponibili e capaci di essere valido supporto ad un tentativo di accrescimento culturale, la paura che tale iniziativa possa confondersi con quelle che accomunano ormai tutti i comitati e associazioni che, in giro per la Penisola, intendono valorizzare uno degli innumerevoli (medioevali, se possibile) episodi storici che rendono “unica” la loro città.

E allora: senza pretendere di influire più di tanto sugli elementi oggettivi che hanno portato all’attuale modo di “vivere il paese”, è possibile fare qualcosa per invertire il lento e progressivo impoverimento culturale, economico e partecipativo?

Evidentemente si: a dimostrazione c’è l’impegno di associazioni e persone tanto disponibili quanto preparate come i collaboratori di Canino.info

Condiviso l’obbiettivo e risolto il problema delle risorse, rimane da stabilire il metodo.

L’interrogativo che intendo proporre è se non sia il caso di porre mano da subito ad un progetto concreto che affianchi l’approccio “culturale”.

Non potendo prescindere da un mondo che gira sempre più intorno alla parte economica dei problemi individuali e collettivi, penso che invece di seguire l’antico metodo che vuole si passi dalla cultura per giungere al progresso, si possa tentare una strada nuova che, prevedendo in partenza un concreto miglioramento, sia coinvolgente al punto da produrre un diffuso elevamento culturale.

Detto in modo diverso: se condividiamo l’intendimento di fare qualcosa per scuotere il paese ed aiutarlo a fare un primo passo in avanti, propongo di fare un tentativo privilegiando il raggiungimento di risultati economici prima ancora di quelli culturali.

Badate bene: mi rendo conto di richiedere un grosso sacrificio a quanti, animati da puro spirito di servizio, sarebbero così chiamati a profondere energie nel cercare di far funzionare un meccanismo destinato a produrre reddito; il premio è rappresentato dalla speranza che la forza di tale molla possa essere così trainante da allargare la base partecipativa tanto da essere essa stessa punto di partenza per il successivo avanzamento culturale.

IL PATRIMONIO
Canino è il classico paese “a misura d’uomo” dove si vive bene, si mangia bene, c’è olio d’oliva dei migliori. E’ terra etrusca, culla della famiglia e della storia dei Farnese, ad un passo da Castro ed al centro di una zona di indiscusso valore storico, artistico, culturale, a ridosso di uno dei più incontaminati litorali d’Italia.

Tutto assolutamente vero, tutto da dividere con una infinità di altri città, regioni, paesi confinanti o meglio raggiungibili e/o appetibili e/o conosciuti e/o pubblicizzati.

Con una particolarità in più: Luciano Bonaparte.

Luciano Bonaparte Principe di Canino.

Luciano Bonaparte, vissuto e sepolto a Canino.

Luciano Bonaparte, per quello che può rappresentare nell’immaginario di chi è ancora pieno di stupore davanti al nome che porta e che mai avrebbe pensato ne esistesse tale forte traccia così vicino (perchè, signori miei, a Valentano o Tarquinia o Viterbo o Roma ben pochi sanno che il fratello di Napoleone è vissuto ed è sepolto a Canino)!


IL PROGETTO
E quindi c’è una possibilità per chi voglia respirare quel “soffio” di grandezza e di storia senza andare troppo lontano: VENIRE A CANINO!

C’è solo una cosa da fare per rendere concreta quella possibilità: APRIRE IL MUSEO DI LUCIANO BONAPARTE!

Ed infine: perchè i potenziali interessati possano scegliere di venire e questa scelta diventare una ricchezza per l’intero paese bisogna creare i presupposti e le infrastrutture necessarie a richiamare, accogliere e tenere i turisti per una intera giornata di visita.


IL MUSEO
Mi rendo conto che la parola stessa evoca una così vasta quantità di “oggetti di inestimabile valore” che un’idea del genere può sembrare di esclusivo appannaggio dello Stato o di un magnate americano.

Eppure proprio i paesi anglosassoni ci hanno insegnato che, nella elaborazione di un simile progetto, basta mettere in primo piano (anche perché lo merita) l’aspetto didattico e divulgativo perché l’impresa non appaia più così impossibile.

Fermo rimanendo il fatto che la Cappella Bonaparte copre da sola la sezione “di inestimabile valore” di un museo, c’è solamente da acquisire la disponibilità di adeguati locali in quanto la parte rimanente riguarda il solo fatto tecnico della selezione, utilizzo e disposizione del materiale utile a completare la sezione didattica.

Numerosi sono ormai gli esempi di musei creati secondo tali direttive; noi possiamo contare sulla disponibilità di materiale e di “tecnici” in grado di elaborare e portare a compimento tale progetto.

C’è da ricordare infine che l’Amministrazione Comunale potrebbe essere coinvolta qualora fosse possibile e fosse essa stessa interessata all’utilizzo in tal senso di una parte del materiale proveniente dall’Archivio Storico.


IL RICHIAMO TURISTICO E LE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
Avendo noi a disposizione, anche per quanto vedremo in seguito, materiale per un ampio e qualitativamente notevole richiamo turistico, una volta istituito il museo e quindi finalmente in possesso dell’elemento concreto e visibile, tesoro esclusivo, punto focale del messaggio, dobbiamo preoccuparci di verificare la esistenza di strutture che ci permettano di accogliere il turista che, ripetiamo, almeno in questa fase iniziale, si caratterizza per essere visitatore giornaliero.

Facile quindi sostenere che unica necessità è quella di attrezzare un parcheggio facilmente accessibile ed un percorso che porti il turista fino al museo.


LA VISITA GUIDATA
Ripero: ritengo che l’obiettivo debba essere quello di mantenere il turista a Canino per una intera giornata.

Per fare ciò dobbiamo convincerlo prima e facilitarlo poi nel compiere un giro guidato che comprenda: la visita del paese (Museo e Cappella, Palazzo Farnese, Convento di S.Francesco, Paese), i siti archeologici intorno a Canino (Vulci, Ponte dell’Abbadia e Museo Archeologico, Ferriera, Rovine di Castro), la visita e gli acquisti presso gli oleifici ed i negozi in paese, la sosta presso le trattorie e ristoranti lungo il percorso ed in paese.

Quindi: per “convincerlo” sarà necessario predisporre accurate e complete guide, del paese e dei siti da visitare; per “facilitarlo” , potrà essere utilizzato un servizio di navetta che, percorrendo per tutto il giorno il circuito Canino-Ferriera-Ponte dell’Abbadia-Castro-Canino, impiegando circa un’ora, darà la possibilità di spostarsi da un sito all’altro ad ogni detto intervallo di tempo, lasciando quindi liberi i visitatori di organizzarsi a loro piacimento.


L’INDOTTO
Tornando quindi al concetto iniziale per cui l’obiettivo primo debba essere il coinvolgimento del maggior numero di concittadini in previsione di un concreto ritorno economico, si può ipotizzare che potendo contare su un nuovo, convincente afflusso di turisti, il comparto commerciale dell’economia del paese dovrebbe trarne indubbi vantaggi: sia conseguenti al maggior fatturato delle imprese esistenti (oleifici, ristoratori, esercizi commerciali) che alla prevedibile nascita di nuove per la produzione e vendita di beni legati direttamente all’iniziativa (oggettistica, riproduzioni, stampe, pubblicazioni) che di prodotti di gastronomia locale da valorizzare.



Come appendice (per i pignoli o per coloro che vogliono rimanere a sognare altri due minuti), mi permetto di suggerire almeno i titoli degli ultimi, più aridi aspetti che devono essere presi in considerazione.

L’ASPETTO ECONOMICO

1) Investimenti iniziali

2) i costi di gestione

3) la mano d’opera (volontariato e nuove opportunità di lavoro)

4) i ricavi

I SOGGETTI ECONOMICI ED ISTITUZIONALI

1) Il Comitato “Canino 2008” (volontariato, cooperativa, nuova impresa) per il coordinamento delle iniziative e rapporti con i soggetti istituzionali;

2) la Cooperativa (o altro tipo di società) per la gestione della parte economica;

3) la Editrice per la pubblicazione e commercializzazione di opuscoli, guide turistiche, materiale divulgativo;

4) Gli imprenditori locali

5) L’Amministrazione Comunale

6) Gli altri Enti ed Istituzioni (Museo di Vulci, Comuni limitrofi, Amm.ne Prov.le, Regione, Parrocchia/Curia Vescovile)

7) I cittadini.


A questo punto possiamo anche risvegliarci! O no?
 

 
 
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François Xavier Fabre
(1776 - 1837)
Luciano Bonaparte, 1808,
olio su tela, cm 71x53,5
Sala X, Museo Napoleonico di Roma