Chiesetta del Tufo

Chiesetta del Tufo

Lino Venanzi


Il pettoruto gufo,
la querula civetta,
Madonna mia del Tufo,
svolazzan senza fretta
infra le diroccate
mura d' edere enfiate.

Un tempo, omai lontano,
fosti la chiesa madre.
Tu cerchi ora invano
un segno di cittade;
sol qualche capitello
rimane ancora bello.

Affioran sepolcreti
tra le or brulle zolle.
Risplendono uliveti
tra quest'aura molle.
Lo spirto qui pervade
tutto degli avi:
trionfa la pietade.

E’ sera: un venticello
fresco e soave spira.
Or s' ode uno stornello
che tutto a lui m' attira.
M' avvio lentamente
mentre soavemente
spunta l'argentea luna.
Ma tutto omai imbruna.

 
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