Plumbea
l'aria,
opprimente.
Saturo di angoscia
un brivido mi scuote.
Le vedo ancora, sono lì,
anime vaganti
già morte
prima di essere uccise.
Silenziosi pianti,
soffocate preghiere.
Implorano la morte
dolce compagna del loro
interminabile viaggio.
Infiniti gli attimi
Trascorsi nel buio dolore.
Occhi freddi, insensibili,
sprezzanti li fissano:
non traspare alcun velo di pietà.
Eppure anche loro
sono uomini.
Nera l'aria,
gelida.
Ricopre con il suo
nevoso manto
la dolce terra
l'inverno.
Impronte scalze
di donna.
Uno sparo,
vermiglio sangue.
Tersa l'aria,
pietrificante.
Braccia nude,
faticosi sospiri,
sfinite cadute,
urla rimproveranti.
E' già notte ormai,
purtroppo.
Un altro giorno è passato,
annientante.
Dio, dove sei?
Sei nella cupa aria?
Sei nei freddi sguardi?
Sei nei tristi cuori?
Sei nella membra stanche?
Urla strazianti,
improvviso silenzio.
Erano vecchi coscienti,
erano sguardi senili,
erano memorie rincuoranti.
Erano bimbi giocosi.
Erano sorrisi puerili.
Erano i volti delle speranze.
Chissà… forse anche loro
sognavano.
Quieta l'aria
ora,
finalmente.
Tormenta le nostre anime
una sottile brezza,
gelida e penetrante:
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