E’ la vera storia
dell’autore, che nel 1972, dopo un anno di triste vagabondaggio nei bar
del paese,decide di seguire il consiglio di un suo amico ed emigra al
Nord, esattamente a Cantù nella Brianza. Lassù però si sente tanto solo
e cerca di convincere un altro amico a raggiungerlo, dicendo che si sta
molto bene e che deve solo cercare di non farsi riconoscere come
meridionale:
Passero suddista come sei smagrito,
Signore mio, sono tempi duri pensi che in
tre giorni solo
due
vermiciattoli trovai, e come erano magri.
Mah,
una soluzione tu puoi trovare.
Fatti furbo, fai come me emigra al nord.
Sai
ho visto i passeri intorno alla fontana della mia fabbrica
erano
grassi, anche i vermi dovrebbero essere grassi.
Inoltre
per te è facile non paghi il biglietto del treno,
e
non sopporti la ressa dei vagoni sopraffollati,
devi
soltanto lasciare il tuo prato brullo.
Dai
fatti furbo fai come me
emigra al Nord.
Però prima voglio darti un consiglio,
quando
sarai lassù
non cinguettare mai, mangia, ingrassa, ma
non cinguettare
se
ti innamorerai diglielo con gli occhi,
amala
intensamente,
ma
non cinguettare mai,
e
se una sera la nostalgia del tuo prato si farà più forte,
e
una lacrima bagnerà il tuo becco, non cinguettare.
Anche fra i passeri sai ci sono i bianchi
e i neri,
gli
israeliani e gli Arabi,
i
Milanesi e i Siciliani.
Leo
Passeri
Cantù 12
dicembre 1972
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