Nel
1985 Colagè ha esordito nell’élite del ciclismo
professionistico; qui si è potuto misurare, nelle grandi
classiche del ciclismo mondiale, con i campioni di livello
internazionale. Dal 1985 al 1989 ha partecipato più volte al Giro
d’Italia, ottenendo degli ottimi risultati tra cui il 13° posto
in classifica generale nel 1986.
Negli
anni successivi, purtroppo, Stefano ha dovuto rinunciare a
partecipare alla competizione italiana a causa di una grave
allergia che aveva preso a colpirlo proprio nel periodo del suo
svolgimento. Si è dedicato allora al Tour de France, cui ha
partecipato dal 1992 al 1996. L’anno più prolifico in fatto di
vittorie è stato il 1995, ne ha collezionate ben 8, tra cui la
prestigiosa classifica finale della Tirreno-Adriatico.
L'impegno
del nostro campione non si è limitato alle gare di squadra: per
molti anni è stato scelto ad
indossare i colori della Nazione ai Campionati Mondiali di
Ciclismo (1985, 1986, 1988, 1989, 1992, 1995).
Nel
1990 ha rischiato di abbandonare prematuramente la carriera a
causa di un serio mal di schiena, ma è stato rimesso in sesto,
massaggio dopo massaggio, da un fisioterapista di origine sarda,
Giuliano Ghisu.
Nel
1995 Stefano ha anche ottenuto il prestigioso riconoscimento del
Premio San Silvestro d’Oro che una giuria di giornalisti
italiani assegna, ogni anno, a quello che viene considerato il
miglior ciclista professionista.
La
sua carriera è stata infatti esaltante: soltanto come
professionista ha collezionato ben 33 vittorie.
Ha
cessato di praticare la sua professione nel 1999, senza comunque
rinunciare a correre in bicicletta. Il suo impegno continua
partecipando alle gare di Gran Fondo, competizioni che raccolgono
diverse categorie di ciclisti tra cui anche amatori. Si svolgono
durante un solo giorno, si snodano per lunghezze notevoli (150 /
220 chilometri) e richiedono pertanto una preparazione atletica di
elevato livello.
Si
fa spesso accompagnare a queste gare da amici e parenti nel
tentativo di trasmettere il suo entusiasmo, ancora intatto, per il
ciclismo.
Ci
ha confidato che, sebbene sia convinto che ciascuno debba seguire
le proprie inclinazioni, gli piacerebbe che il figlio Dario
ereditasse la sua passione e potesse fare le sue stesse esperienze
nel mondo dello sport agonistico, con il quale Stefano continua a
mantenere rapporti di natura professionale.
Nel
tempo libero presta diverse collaborazioni con palestre locali
come istruttore di spinning.
Attualmente
si sta organizzando anche per aprire a Canino un centro sportivo
che probabilmente verrà inaugurato nel settembre prossimo.