
Il giudizio di Paride: dietro ad un vecchio con barba si nota Hermes che conduce le tre dee al giudizio: Hera con mantello sulla testa, Athena con la lancia e lunga veste decorata, per ultima Afrodite con chitone. Anfora proveniente da Vulci, già collezione Candelori,
ora all'Antikensammlungen di Monaco
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Turan è la divinità etrusca simile alla greca Afrodite,
le più sicure raffigurazioni la rappresentano nel "Giudizio
di Paride", in età arcaica è rappresentata come divinità
alata.
Accanto a Uni ed a Menerva, Turan era la
divinità femminile più importante in Etruria. La dea forniva il
nome ad un mese corrispondente al nostro luglio, nel quale
cadevano le feste principali. Questa divinità aveva uno dei
luoghi di culto più importanti nel santuario di Gravisca,
l’antico porto della città etrusca di Tarquinia.
L’origine di questo culto greco-etrusco a Gravisca, è
testimoniato da molte iscrizioni dedicatorie in entrambe le
lingue, databili dall’inizio del VI sec. e fino al IV sec. a.C.
La maggior parte di queste iscrizioni furono dedicate da donne e
ciò ha fatto ritenere che a Gravisca la dea fosse considerata
soprattutto come divinità dell’amore.
Altro suo attributo, visto il contesto portuale, potrebbe essere
stato quello di proteggere i naviganti. |