LA STORIA DEGLI ETRUSCHI

Prima parte: dalle origini all'età orientalizzante


 

Stampa

Seconda parte
Terza parte
 

di Giacomo Mazzuoli

Clicca sull'immagine per corrispondere con l'autore


LE ORIGINI

Le origini degli Etruschi sono ancora oggi argomento di discussione e sono almeno tre le ipotesi più accredita dagli storici sulla provenienza di questo popolo che ha dato inizio alla civilizzazione dell’Italia. Lo storico greco Erodoto, vissuto nel V secolo a.C., sostenne la tesi della loro provenienza via mare dalla Lidia, regione dell'Asia Minore. Secondo altri storici antichi gli Etruschi sarebbero una popolazione di stirpe italica, che risiedeva nella penisola già dalle epoche più remote. La tesi che invece si è imposta nella storiografia moderna è quella di gruppi provenienti dal Mediterraneo orientale, portatori di una civiltà tecnicamente e culturalmente evoluta, che si fusero verso il X secolo a.C. con la popolazione italica residente, dando vita ad una nuova civiltà.

Tra il IX ed l’VIII secolo a.C. si sviluppa in Etruria ed in alcune zone dell’Emilia e della Romagna la cosiddetta età Villanoviana che è documentata in tutti i centri su cui sorgeranno più tardi le città etrusche di età storica. La popolazione era organizzata in villaggi di capanne posti in luoghi difesi naturalmente ma anche adatti all’agricoltura. Le necropoli erano caratterizzate dalle tombe a pozzo ed a fossa, scavate nel terreno e nella roccia. Entro il pozzetto veniva posta l’urna di impasto talvolta di bronzo, nella tipica forma biconica, o più raramente a capanna, che conteneva le ceneri del defunto. Insieme all’urna veniva deposta la suppellettile vascolare e di metallo (vasi, armi, oggetti di ornamento).La produzione ceramica inizia ad assumere un certo interesse per quantità e fattura. Spesso è presente una decorazione a carattere geometrico.

Emergono Tombe Grandiose. Dal punto di vista archeologico ormai non ci sono dubbi, le prime testimonianze di una civiltà monumentale appaiono nell’Italia centrale verso il 750 a.C., nel mezzo di insediamenti villanoviani ancora primitivi. La novità più importante, o meglio quella più nota, visto che degli etruschi ciò che sappiamo lo dobbiamo prevalentemente alle loro sepolture ed ai loro corredi funerari, è l’inumazione dei morti che gradualmente sostituisce l’incinerazione, richiedendo tombe più grandi. Le tombe, inizialmente coperte solo da lastre di roccia a volte inclinate come a riprodurre il tetto di una casa, diventano sepolcri solidamente costruiti. Poi appaiono le tombe a camera, scavate sotto terra, in genere nel tufo e concepite come la casa del morto. Un passaggio o una scala ne consente l’accesso in profondità. Molto spesso vengono realizzate più camere mortuarie riunite insieme a formare una vera e propria tomba di famiglia e con un vestibolo in comune. A partire dal 700 a.C. poi sorge una monumentale architettura funeraria, i sepolcreti assumono dimensioni grandiose e le tombe scavate nel tufo o nella roccia diventano grandi sale funerarie. Nei luoghi dove sorgevano i semplici campi cimiteriali dell’età del ferro si elevano ora imponenti tombe a tumulo a forma di cupola con masse di terra accatastate a montagnola di proporzioni talvolta gigantesche come la Cuccumella e la Cuccumelletta a Vulci, i grandiosi tumuli di Cerveteri  e quelli di Vetulonia, Marsiliana e Albegna.

L'VIII secolo a. C. fu un periodo di grande espansione per la civiltà etrusca; l'estensione delle necropoli e la qualità dei corredi delle tombe, ormai tutte ad inumazione, mostrano in atto un forte incremento demografico e l'avviarsi di un processo di differenziazione sociale; è di questa epoca l’insediamento delle prime colonie greche in Italia ed è allora che si sviluppa un fiorente commercio tra le città dell’Etruria marittima e la Grecia. Nel VII secolo a. C. il processo di urbanizzazione dei centri più importanti  può dirsi compiuto: le città sono  governate da una ricca aristocrazia dedita ai commerci con la Grecia e il vicino oriente. Per il VI secolo a. C. la straordinaria quantità di vasi attici  rinvenuti nelle tombe e la fioritura di bronzistica e la scultura funeraria testimoniano di centri straordinariamente ricchi e aperti ai commerci in cui si va affermando una ricca classe mercantile capace di sfruttare al meglio le risorse agricole del fertile territorio.

 

  Disegno di tomba a pozzetto di epoca villanoviana

  Cinerario biconico di età villanoviana
Disegno di tomba a pozzetto di epoca villanoviana Cinerario biconico di età villanoviana
  Ricostruzione di capanna di età villanoviana   Disegno rappresentativo della lavorazione del ferro da parte degli etruschi
Ricostruzione di capanna di età villanoviana Disegno rappresentativo della lavorazione del ferro da parte degli etruschi

Aryballos etrusco in bucchero decorato a graffito del periodo orientralizzante

Scene di vita di una famiglia aristocratica etrusca

 

SPECCHIO SCHEMATICO DELLE VARIE FASI STORICHE DEGLI ETRUSCHI

Origini ~ 950 – 650 a.C. inserimento tra le culture villanoviana, osco-umbro-picena e latino-campano-sicula

Periodo orientalizzante ~ 700 – 600 a.C.

Graduale sostituzione di povere suppellettili funerarie con oggetti di lusso come bronzi (statuette, armi, lebeti), oreficerie a granulazione e filigrana, statuaria funeraria in terracotta o pietra; appare il canopo nella zona di Cere, elaborazione antropomorfa del canopo villanoviano. La decorazione vascolare in ceramica figulina chiara dipinta di rosso cambia gradualmente da tipi subgeometrici a tipi influenzati da modelli corinzi ed attici. Parallelamente si afferma una ceramica d’impasto rosso sovradipinto con vernice bianca. A partire dal secondo quarto del VII sec. a.C. appare il bucchero decorato a graffito. Le tombe assumono caratteri monumentali: sono scavate in profondità nella roccia o nel tufo con lungo corridoio in discesa o scalinata d’accesso, atrio e camera sepolcrale coperta da falsa volta o falsa cupola al di sopra della quale si eleva un tumulo.

Periodo etrusco-arcaico ~ 600 – 450 a.C.

Periodo di maggiore fioritura, sotto la prevalente influenza greca (prima ionica poi attica). Verso la metà del VI sec. a.C. nasce e si sviluppa la ceramica a figure nere. Si assiste ad una evoluzione del bucchero ora decorato a 'bassorilievo', ottenuto con matrici a cilindretto. L’oreficeria e la bronzistica sono di notevole qualità. Vengono fusi grandi bronzi alcuni dei quali a soggetto animalistico. Inizio a Tarquinia della grande pittura tombale ad affresco ed a tempera, ottenuta applicando i colori direttamente sul fondo non preparato; produzione di grandi sculture in pietra (statue in Vulci, canopi monumentali in Chiusi). Caratteristica la statuaria fittile policroma legata al maggior sviluppo delle costruzioni templari.

Periodo di mezzo o classico ~ 450 – 225 a.C.

Riduzione della produzione artistica in relazione alla graduale conquista romana e all’abbandono dei rapporti culturali con il mondo greco. Inizia la produzione di ceramica a figure rosse sovradipinte. L’oreficeria e la bronzistica producono oggetti molto raffinati. Di questo tempo è la miglior produzione di sarcofagi in pietra con la figura del defunto sdraiato sul coperchio e le decorazioni a rilievo sulla cassa.

Periodo ellenistico ~ 225 – 30 a.C

Ultima fioritura artistica prima del totale assorbimento nella sfera romana. Produzione della ceramica in serie e graduale sostituzione del tipo a figure rosse sovradipinte con quella a vernice nera lucida. Influsso greco nella produzione orafa, nuove espressioni artistiche sorprendentemente 'moderne' nella bronzistica votiva mentre si continua la precedente tradizione in quella d’arredo. Ripresa della pittura tombale (in particolare Vulci e Tarquinia) anche con soggetti mitologici; produzione di urnette in terracotta, tufo e alabastro; grandi sarcofagi policromi in terracotta; ritrattistica in bronzo; decorazione dei templi con formelle ad altorilievo con le figure dipinte ad imitazione dell’arte provinciale greca.

 

 

 
 

 

 IL PERIODO ORIENTALIZZANTE

 
  Grande Tumulo nella necropoli di Cerveteri   Ceramica corinzia tipica del periodo orientalizzante   Fibula d'oro etrusca
Grande Tumulo nella necropoli di Cerveteri Ceramica corinzia tipica del periodo orientalizzante La tomba delle Pantere di Tarquinia Fibula d'oro etrusca

Il primo miracolo economico dell’Occidente. Prima dell’VIII – VII secolo a.C. il mondo civilizzato era circoscritto all’Asia Minore, all’Egitto ed alla Grecia; nell’area del Mediterraneo Occidentale e centrale e nel Nord dell’Europa l’uomo viveva ancora in condizioni preistoriche in villaggi di capanne, dedito alla caccia, alla pastorizia e ad una arcaica attività agricola. Con l’avvento degli Etruschi l’Italia centrale divenne la culla di una nuova e prorompente civiltà che influenzò notevolmente la storia futura.

Essi conoscevano i segreti della fusione del ferro ed innumerevoli carbonaie e forni fusori dovevano essere in attività in quel periodo per garantire la lavorazione di quel metallo che era allora più prezioso dell’oro.

Le abitazioni non erano più di paglia ed argilla, gli Etruschi costruirono le prime vere città, le più settentrionali d’Europa,  utilizzando mattoni e pietra. Ecco quindi sorgere Cerveteri, con i suoi tre porti ed un enorme interscambio commerciale con tutto il mondo conosciuto, dall’Africa, all’Ellade, all’Asia Minore; poi Tarquinia, la leggendaria città-madre dell’Etruria e Vulci, sulle rive del Fiora, che divenne sede di un’industria del bronzo celebre nel mondo, ed ancora Velzna, l’attuale Orvieto, che probabilmente fu la sede della Lega Sacra dei dodici popoli.

Per tutto il territorio si estese un’intera rete di strade che servirono poi da modello per le grandi vie consolari romane; sono famose le tipiche “tagliate etrusche”, corridoi scavati nel tufo che permettevano di superare ostacoli naturali di mole considerevole.

Gli Etruschi furono anche artefici di futuristiche opere idrauliche ( ad esempio la tagliata di Ansedonia ed il drenaggio del lago di Nemi) ed esperti agronomi, ciò che garantì una ricca produzione agricola tale da permettere anche l’esportazione di beni alimentari.

E poi le case, i templi, l’abbigliamento, le calzature, un campo nel quale gli Etruschi superarono ogni altro popolo mediterraneo, la musica, fu tutto un grande sconvolgimento che portò una ventata di novità e di benessere che cambiò radicalmente la storia delle popolazioni italiche.



 

 

 


 

TORNA SU