LA STORIA DEGLI ETRUSCHI

Terza parte: l'età classica e quella ellenistica


 

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Prima parte
Seconda parte
 

di Giacomo Mazzuoli

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IL DECLINO

Dalla seconda metà del V secolo a.C. lo scenario mutò radicalmente. Infatti, mentre le città etrusche avevano raggiunto il massimo dello sviluppo economico, le colonie greche diedero vita ad una travolgente crescita culturale e politica. Anche ai confini tra Etruria e Lazio era sorto un nuovo consistente pericolo: la città di Roma, un tempo dominata e governata da una dinastia etrusca si era resa indipendente, passando all'offensiva.

L'effettiva decadenza degli Etruschi iniziò nel 474 a.C. sul mare, quando i Greci d'Italia guidati dalla città di Siracusa gli inflissero presso Cuma una sconfitta decisiva dopo la quale essi persero il controllo del Mar Tirreno. Anche sulla terraferma la situazione andò rapidamente deteriorandosi: in meno di un secolo l'Etruria campana fu conquistata da popolazioni locali, mentre quella padana venne invasa da popolazioni celtiche provenienti d'Oltralpe.

Nell’Etruria meridionale, intanto, ci fu la progressiva emarginazione di Cerveteri che, sia pure pacificamente, finì col soccombere all’alleata Roma, alla quale cedette il suo antico ruolo. D'altra parte, ci fu invece il ritorno di Tarquinia e Vulci, le quali grazie ad una accorta politica di sfruttamento delle risorse agricole del loro territorio, riuscirono a superare la crisi che le avevano lungamente abbattute e a rifiorire, con ricchezza e potenza, soprattutto spostando il loro centro d'influenza verso l'Etruria interna in centri come Tuscania, Norchia e Sovana. Un discreto sviluppo lo trovarono in questo periodo anche le città etrusche del centro-nord (Perugia, Volterra, Cortona e Arezzo).

Nella seconda metà del IV secolo l’onda celtica travolse tutti i centri etruschi della regione padana, compreso quello più importante di Felsina (Bologna), occupata dai Galli. Alla fine del IV secolo a.C. gli etruschi erano ormai ridotti entro i confini originari, peraltro già intaccati a sud dall’espansione romana.

Nel 311 a.C. si riaccese la guerra contro Roma. Le protagoniste dello scontro furono  le città centro-settentrionali, con a capo Volsini affiancata da Vulci, Arezzo, Cortona, Perugia e Tarquinia, svincolatasi dalla tregua appena scaduta. Nel 308 a.C. Tarquinia rinnovò la tregua, mentre Cortona, Arezzo e Perugia si arresero accettando condizioni umilianti. L’anno 302 a.C. la guerra etrusco-romana, non ancora definitivamente conclusa, tornò a riaccendersi, per protrarsi, con una serie pressoché ininterrotta di campagne annuali, fino al 280 a.C.: i Romani quasi sempre all’attacco, gli Etruschi costretti alla difensiva e a rinchiudersi spesso nelle loro città fortificate. Tra il 281 e il 280 a.C. si arresero per sempre Vulci e Volsini, mentre le città settentrionali si affrettarono a rinnovare i precedenti trattati di pace. Tutti infine dovettero sottoscrivere patti associativi o “federativi” (dal latino foedus, trattato), in forza dei quali mantenevano una formale indipendenza, con lo status giuridico di “alleate” (sociae), mentre, di fatto, accettavano la supremazia di Roma, ponendosi nei confronti di questa in rapporto di sudditanza.

  Il sarcofago di Larthia Seianti da Chiusi (III sec. a.C.)

  Affresco della Tomba François di Vulci (IV secolo a.C.)
Il sarcofago di Larthia Seianti da Chiusi (III sec. a.C.) Affresco della Tomba François di Vulci (IV secolo a.C.)
  Tomba a dado di Norchia   Sarcofago in nenfro di Tuscania
Tomba a dado di Norchia Sarcofago in nenfro di Tuscania
L'ARTE

Nel sec. IV a. C., quando Roma inizia la conquista dell'Etruria, l'arte etrusca ha nuovo sviluppo attingendo in ritardo al classicismo greco; il filone popolare italico trova espressione in alcune figure della decorazione del tempio del Belvedere a Orvieto (350-330 a. C.). Di questo periodo sono i sarcofagi di Tarquinia, con la figura del defunto a tutto tondo distesa sul coperchio. Col sec. III a. C. inizia il lungo periodo ellenistico in cui, anche sotto il dominio di Roma, le fabbriche etrusche continuano a produrre, in forma quasi industrializzata, le numerosissime urnette di pietra e alabastro che a Perugia e a Volterra giungono fino all'età  augustea, i sarcofagi di Tuscania, le diffuse terrecotte votive a stampo. Di maggior impegno sono gli altorilievi dei frontoni dei templi di Talamone, Luni e Civitalba con scene mitologiche e storiche (lotta coi Galli). Del sec. III a. C. è  anche la famosa tomba dipinta François (Roma, Collezione Torlonia), con episodi dell'epopea etrusca. Tra le altre tombe ellenistiche si ricordano quelle tarquiniesi dell'Orco e degli Scudi, quella dei Rilievi a Cerveteri , del sec. III a. C., quella più  tarda del Tifone a Tarquinia. Ellenistici sono infine alcuni importanti ritratti bronzei, tra cui il famoso Arringatore (Firenze, Museo Archeologico) , con il quale l'arte etrusca mostra di essersi volta al potente realismo figurativo che sarà  proprio dell'arte romana.

 

 

 

 

  Ceramica a figure rosse sovradipinte da Vulci (IV secolo a.C.)

  Interno della tomba dei Rilievi a Cerveteri (IV secolo a.C.)
Ceramica a figure rosse sovradipinte da Vulci (IV secolo a.C.) Interno della tomba dei Rilievi a Cerveteri (IV secolo a.C.)
  Le tombe a tempio di Norchia (III sec. a.C.)   Urna di alabastro da Volterra (III sec. a.C.)
Le tombe a tempio di Norchia (III sec. a.C.) Urna di alabastro da Volterra (III sec. a.C.)

 

Particolare della Tomba del Tifone a Tarquinia

SPECCHIO SCHEMATICO DELLE VARIE FASI STORICHE DEGLI ETRUSCHI

Origini ~ 950 – 650 a.C. inserimento tra le culture villanoviana, osco-umbro-picena e latino-campano-sicula

Periodo orientalizzante ~ 700 – 600 a.C.

Graduale sostituzione di povere suppellettili funerarie con oggetti di lusso come bronzi (statuette, armi, lebeti), oreficerie a granulazione e filigrana, statuaria funeraria in terracotta o pietra; appare il canopo nella zona di Cere, elaborazione antropomorfa del canopo villanoviano. La decorazione vascolare in ceramica figulina chiara dipinta di rosso cambia gradualmente da tipi subgeometrici a tipi influenzati da modelli corinzi ed attici. Parallelamente si afferma una ceramica d’impasto rosso sovradipinto con vernice bianca. A partire dal secondo quarto del VII sec. a.C. appare il bucchero decorato a graffito. Le tombe assumono caratteri monumentali: sono scavate in profondità nella roccia o nel tufo con lungo corridoio in discesa o scalinata d’accesso, atrio e camera sepolcrale coperta da falsa volta o falsa cupola al di sopra della quale si eleva un tumulo.

Periodo etrusco-arcaico ~ 600 – 450 a.C.

Periodo di maggiore fioritura, sotto la prevalente influenza greca (prima ionica poi attica). Verso la metà del VI sec. a.C. nasce e si sviluppa la ceramica a figure nere. Si assiste ad una evoluzione del bucchero ora decorato a 'bassorilievo', ottenuto con matrici a cilindretto. L’oreficeria e la bronzistica sono di notevole qualità. Vengono fusi grandi bronzi alcuni dei quali a soggetto animalistico. Inizio a Tarquinia della grande pittura tombale ad affresco ed a tempera, ottenuta applicando i colori direttamente sul fondo non preparato; produzione di grandi sculture in pietra (statue in Vulci, canopi monumentali in Chiusi). Caratteristica la statuaria fittile policroma legata al maggior sviluppo delle costruzioni templari.

Periodo di mezzo o classico ~ 450 – 225 a.C.

Riduzione della produzione artistica in relazione alla graduale conquista romana e all’abbandono dei rapporti culturali con il mondo greco. Inizia la produzione di ceramica a figure rosse sovradipinte. L’oreficeria e la bronzistica producono oggetti molto raffinati. Di questo tempo è la miglior produzione di sarcofagi in pietra con la figura del defunto sdraiato sul coperchio e le decorazioni a rilievo sulla cassa.

Periodo ellenistico ~ 225 – 30 a.C

Ultima fioritura artistica prima del totale assorbimento nella sfera romana. Produzione della ceramica in serie e graduale sostituzione del tipo a figure rosse sovradipinte con quella a vernice nera lucida. Influsso greco nella produzione orafa, nuove espressioni artistiche sorprendentemente 'moderne' nella bronzistica votiva mentre si continua la precedente tradizione in quella d’arredo. Ripresa della pittura tombale (in particolare Vulci e Tarquinia) anche con soggetti mitologici; produzione di urnette in terracotta, tufo e alabastro; grandi sarcofagi policromi in terracotta; ritrattistica in bronzo; decorazione dei templi con formelle ad altorilievo con le figure dipinte ad imitazione dell’arte provinciale greca.

 

"L'ombra della sera", bronzo del IV sec. a.C. da Volterra

 

 

 
 

 


 

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