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La Basilica di Santa Cristina a Bolsena Testi e foto di Giacomo
Mazzuoli
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La Basilica di Santa Cristina è un complesso edificio formato da tre distinti nuclei sviluppatisi nel corso dei secoli intorno alla primitiva area catacombale sulla tomba di S. Cristina, patrona della città:
- La Grotta di S.Cristina e la Catacomba (IV-V secolo d.C.);
- La Basilica, un edificio a tre navate con pianta a croce latina, di epoca medioevale;
- La Cappella Nuova del Miracolo, edificata a partire dal 1693;
Per la sua complessità e per l'accavallarsi degli stili è tra le strutture architettoniche religiose più notevoli dell'Alto Lazio. L’edificio della Basilica di Santa Cristina, così come appare oggi, è il frutto di numerosi interventi succedutisi nel tempo a partire dal primo secolo dopo l’anno mille dopo che le invasioni barbariche avevano provocato la distruzione della struttura preesistente.
Un prima ricostruzione fu
portata a termine nel 1078, grazie alla devozione di Matilde di Canossa e con la
consacrazione di papa Gregorio VII. Tra il XIII ed il XIV secolo fu realizzato
il campanile. Dal 1493 al 1495, su committenza del Cardinale Giovanni de’
Medici, allora Governatore di Bolsena e futuro papa Leone X, fu eseguita
l’attuale facciata ad opera degli scultori fiorentini Francesco e Benedetto
Buglioni. Spicca sulla parte centrale, nella lunetta del portale mediano ricco
di intagli marmorei, una stupenda terracotta invetriata, opera di Benedetto
Buglioni, rappresentante a mezza figura a rilievo la Vergine in trono tra i
santi protettori Giorgio e Cristina. Dall'elegante facciata rinascimentale si
passa ad un interno grandioso e sobrio, tipico delle basiliche romaniche. La
pianta dell'edificio è a croce latina a tre navate divise da poderose colonne
private dei loro capitelli nei rifacimenti del 1697.
La navata centrale è divisa dalle navate laterali da semplici colonne
bombate private dei loro capitelli e coperta da tetto a capriate. Tracce che
mettono in evidenza la preziosità dei primitivi capitelli li possiamo
riscontrare nella prima colonna a destra di chi entra e in quella di fronte
dell'ingresso della cappella del Miracolo con simboli degli Evangelisti. Delle
colonne soltanto tre in granito rosa appartengono alla prima costruzione. Nel
presbiterio l'altare maggiore è stato realizzato con frammenti marmorei del X
sec. , e gli fa da pala un prezioso polittico, opera del senese Sano di
Pietro, eseguito intorno alla metà del sec. XV.Il
polittico rappresenta al centro la Vergine in trono con Bambino, a destra San
Paolo e S. Cristina, a sinistra S. Pietro e S. Giorgio.
La predella, opera di aiuti come Benvenuto di Giovanni, rappresenta al
centro tre tondi con Cristo sofferente tra la Vergine e S. Giovanni.All’inizio
della navata di destra si trova l’ingresso alla Sacrestia dove sono
conservate epigrafi pagane e paleocristiane provenienti dai restauri del sec.
XIX nella Grotta di S. Cristina. Lungo la navata, appeso alla parete si trova un
Crocifisso ligneo di scuola umbro-toscana del sec. XV, in origine policromo. E'
sormontato da un'arcata in ceramica invetriata opera della bottega del Buglioni,
residuo di un monumento funerario del sec. XV.
Nella stessa navata, entro una nicchia è un icona raffigurante la beata Maria della Pace, opera di Marcello Moscini eseguita con la tecnica della tempera all'uovo su tavola in pioppo. Poco più avanti c’è l’ingresso nella trecentesca Cappella del Santissimo Sacramento, con elegante copertura a crociera con vele suddivise da poderosi costoloni e finestre gotiche. Alle pareti affreschi di varie scuole, ma in gran parte opera di artisti senesi e viterbesi, realizzate tra il XV ed il XVI secolo. Accanto alla porta d'ingresso è dipinta una Santa Cristina di Giovan Francesco d'Avaranzano detto il Fantastico (1465 ca - 1530) eseguita contemporaneamente agli affreschi della Chiesa di S. Francesco. La base che sorregge la mensa dell'altare è un rilievo in pietra locale del sec. XVI, proveniente dai ruderi della supposta fornace di S. Cristina e rappresenta, in uno schema popolare semplice e arcaico il martirio della Santa. Vi è custodito un prezioso tabernacolo del sec. XV, opera di Benedetto Buglioni. Si tratta di un altare di Santa Cristina morta voluto sulla tomba della Martire dal Cardinale Giovanni dé Medici, e racchiudeva nell'arcosolio sottostante la mensa la statua della santa giacente. E' costituito da un arco con 14 testine alate con decorazione. Nella predella, tra gli stemmi del Cardinale Dè Medici e della comunità di Bolsena, si trovano tre formelle bicrome con episodi del martirio di Santa Cristina. Si entra poi nella Cappella di Santa Lucia, affrescata nel XV secolo da Giovanni di Domenico de' Ferraris da Mondovì, sull'altare è un busto in ceramica della Santa titolare, opera di Benedetto Buglioni. Accanto all'altare una bella statua lignea rappresentante San Rocco (1704).
All'inizio della navata sinistra sorge il campanile, seguito dal fonte battesimale decorato da bassorilievi rinascimentali. Più avanti c’è un bellissimo portale marmoreo del sec. XI-XII, il cosiddetto portale della Contessa Matilde, dal quale si accede alla Cappella Nuova del Miracolo o delle Sacre Pietre. Il portale in origine fungeva da ingresso alla Grotta di S. Cristina. Venne posto nell’attuale collocazione nel 1695, quando fu costruita la cappella del Miracolo. E' così chiamato perché la tradizione vuole che questa porta fosse fatta costruire da Matilde di Canossa come abbellimento della Grotta dopo aver riportato le reliquie di S. Cristina. In fondo alla navata sinistra, dopo il portale, si trova la Cappella dei Santi Andrea e Bartolomeo. Ai quattro angoli in alto della Cappella vi sono altrettanti mascheroni che sorreggono i costoloni della volta. Alle pareti due tele del sec. XVIII: il Martirio di Santa Cristina, opera di Andrea Casali e la Natività di Maria, di Francesco Trevisani. Si notano due differenti mani, una ha elaborato la parte superiore dell'architrave, rappresentante al centro l'Agnello mistico con a destra l'Adorazione dei Magi e a sinistra la teoria delle Vergini; l'altra i due stipiti dove dalle bocche di una chimera e di un mostro a due teste escono tralci a spirali alternati a fiori, in origine incastonati con vetri e pietre dure. All'estremità superiore si vedono i simboli di due evangelisti, adattati alla porta in epoca posteriore.
LA CAPPELLA NUOVA DEL MIRACOLO. E' stata edificata nel 1693, su disegno di Tommaso Mattei, per custodire le reliquie del Miracolo Eucaristico del 1263 dopo che il vescovo di Orvieto ottenne dal Papa Innocenzo XII un grosso contributo per la sua realizzazione. L’interno, in stile barocco, è a pianta circolare, decorato di stucchi da Alberto Cavalli e sormontato da una bella volta disegnata da Tommaso Mattei; sull'altare maggiore c'è una tela raffigurante il prodigio dal titolo “Miracolo del Corporale” opera di Francesco Trevisani, eseguita agli inizi del secolo XVIII. Sotto la pala, in una teca dorata, sono custodite tre delle quattro pietre macchiate di sangue prodigioso emanato dall'Ostia nel 1263, la quarta è esposta sotto la grande cupola in un prezioso reliquiario, realizzato nel 1940.