Ricostruzione
del ciclo pittorico della
Tomba François (clicca sulle aree sensibili per
visualizzare i dipinti)
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DIPINTI
Al di là della
grandiosità e della complessità dell'ipogeo la tomba François
è anche e soprattutto uno straordinario complesso d'arte, una
testimonianza incomparabile della pittura funeraria etrusca, per
la estensione delle superfici raffigurate, per la varietà dei
soggetti e per la peculiarità degli schemi e degli stili ispirati
ai modelli della tarda età classicistica ellenica.
Oggi i dipinti non si trovano più
nella tomba, furono fatti staccare dai
Torlonia nel 1863 e sono conservati a Villa Albani in Roma e
purtroppo non sono liberamente fruibili dal pubblico. Noi
cercheremo di dare al lettore un'idea dei soggetti e dei
significati dei dipinti con fotografie degli originali e
delle copie che furono commissionate all'epoca della scoperta,
allo scopo di divulgare nel mondo scientifico i contenuti della
tomba François.
I vani dipinti sono il II,
il III
e la cella VIIdi fondo, l'unica in cui le pitture sono rimaste
in situ,
sia pur disgraziatamente danneggiate da incoscienti visitatori.
I
soggetti degli affreschi riguardano tutti fatti noti della
mitologia greca che vengono spesso messi in contrapposizione
esemplare con avvenimenti locali.
L'evento più importante,
anche dal punto di vista "storico", è senz'altro
la lotta di eroi vulcenti, che, comandati da Mastarna,
divenuto
poi il sesto re di Roma col nome di Servio
Tullio,
sconfissero un gruppo di guerrieri romani e loro alleati
(etruschi di Sovana e Volsinii). Questa è anche la conferma,
sempre diligentemente nascosta dalla storiografia ufficiale
romana, che gli etruschi sono stati molto importanti
nell'influenzare direttamente la civiltà romana.
Emblematica risulta
poi la figura di Vel Saties, il committente della tomba, in
piedi, intento ad osservare gli auspici guerrieri del volo
dell'uccello tenuto nelle mani del giovane Arnza.
Tali auspici si riferiscono evidentemente alla battaglia contro i romani
già descritta e che risulterà vittoriosa, ciò a
dimostrazione che tutto il ciclo pittorico della tomba va
letto in chiave antiromana ed è costantemente ed idealmente
contrapposto ad episodi della mitologia greca.
Proprio
di fronte alla lotta degli eroi vulcenti si trova infatti
l'altra complessa e movimentata pittura che rappresenta il
sacrificio dei prigionieri troiani da parte di Achille in
onore dell'amico Patroclo.
LA
STRUTTURA
La
Tomba
François o dei Saties,
dal nome della ricca famiglia etrusca che la commissionò, si
trova nella necropoli di Ponte Rotto, insieme ad altri
sepolcri monumentali appartenenti ad illustri famiglie di
rango gentilizio e che sono stati utilizzati per un periodo
piuttosto ampio, dalla seconda metà del IV secolo (cui si fa
risalire la Tomba François)
alla piena età romana.
Ciò
che colpisce è la grande monumentalità della tomba, con un
dromos di accesso rivolto a nord-est e visibile dalla città,
imponente con i suoi 31,5 m di lunghezza e m 1,7 di larghezza.
Lungo il dromos si aprono tre camere secondarie ed un’edicola
funeraria.
Poi
si giunge nell’ambiente principale della tomba, una
struttura a T rovesciata sui cui lati si aprono sette
camere in perfetta simmetria bilaterale.
Dall’ingresso
del dromos all’ultimo ambiente ci sono 46 metri in
linea d’aria ed una profondità massima di circa 15 metri.
Tutte
le camere, tranne la VII che è rettangolare, hanno una pianta
trapezoidale irregolare.
Molto
varie sono anche le strutture dei soffitti, in genere a
spiovente ed arcuati, con columen in rilievo, si distingue l’ambiente
III con il suo soffitto a cassettoni al centro del quale era
collocato il volto in rilievo di Caronte.
Sezione
della Tomba François
Planimetria
della Tomba François (clicca sulle aree sensibili per
visualizzare gli ambienti)
Le
foto sono tratte dal libro "La Tomba François di
Vulci" a cura di Francesco Buranelli, Edizioni Quasar
1987 e dalla rivista Forma Urbis, n.1 del gennaio 2004.
I testi e le ricostruzioni digitali delle pareti sono di
Giacomo Mazzuoli