Giuseppe padre putativo di Gesù.
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  Gesù nel suo insegnamento, non ha mai accettato compromessi, mezze misure, forme blande, ma è stato categorico nel tracciare la strada da percorrere: ”siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt5, 48). L’uomo invece, ha cercato sempre di risolvere i problemi proponendo in tutto e a tutti , formule di compromesso; e inevitabilmente si avvera il detto “non progredi, regredi est”.
E’ quello che avvenne anche al tempo di Cristo. Il tempio di Gerusalemme, luogo per eccellenza per essere in contatto con Dio per mezzo della preghiera, lo trova con ”…gente che vendeva buoi, pecore e cambiavalute seduti al banco…”. Il Cristo cominciò ad urlare “…portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato…
Nelle nostre chiese c’è addirittura la presenza reale di Gesù nell’eucarestia, ma, al di fuori della ufficialità, quante volte il nostro comportamento è per lo meno discutibile!
Forse avrai occasione di andare in chiesa, perché il 19 Marzo è per tutti, praticanti e no, la festa di S. Giuseppe (la liturgia lo celebra quest’anno lunedì 20). Un uomo che vive nell’ombra, mai alla ribalta nella sua vita quotidiana di cittadino di Nazareth. A me fa impressione l’equilibrio, l’accettazione silenziosa di tante traversie della sua vita! Come è possibile tutto questo, in un giovane di 20-25 anni? Questa è la sua straordinaria grandezza. E’ innamorato della sua ragazza (Maria, la quale non le confida nulla di quello che è avvenuto il lei. Giuseppe l’ha attesa con ansia per tre mesi, dove la sua promessa sposa era andata ad Hain Karim (un paesino lontano 120 km) per aiutare sua cugina.
Quando ritorna, Giuseppe è felicissimo, ma nota con stupore e incredulità che la sua ragazza porta già evidenti i segni della gravidanza.
Trovarsi in una situazione analoga, per noi sarebbe sacrosanto chiedere spiegazioni, tutta la verità e poi, prima a parole, quindi con i fatti, avremmo dato sfogo alla nostra reazione.
E’ strabiliante il comportamento di Giuseppe; non riesce a pensare male della sua ragazza, ma la realtà è evidentissima. Decide di scappare dal paese (perché erano sulla bocca di tutti con critiche e ironie…). Non sarà Maria a darle spiegazioni ma l’Angelo di Dio che lo rassicurerà su tutto.
Io rimango perplesso quando penso alla fuga in Egitto per portare in salvo il bambino e sua madre; un viaggio lunghissimo, estenuante, con ansia, incubi, terrore dell’irreparabile. Non pensare cha la sera trovavano sempre accoglienza benevola, in qualche casa di campagna. Chissà quante volte, vedendo questi due giovani pieni di salute, gli avranno detto: . . ma andate a lavorare, vagabondi, invece di fare gli zingari, con questa creatura…
Vogliamo fare insieme una richiesta a S. Giuseppe? Chiediamogli che ci aiuti, ad imitarlo almeno qualche volta , perché noi non abbiamo diritto di lamentarci per qualche disagio che incontriamo nella nostra comoda vita moderna!

 



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