Alessandro Farnese Jr., che non divenne papa
Il grande mecenate
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Parte Terza |
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di
Giuseppe Moscatelli |
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Un altro aspetto della
personalità del “gran cardinale” che occorre assolutamente
sottolineare è il suo rapporto con le arti: Alessandro Farnese
jr. fu in effetti uno dei più grandi mecenati del cinquecento.
Si fece naturalmente ritrarre da Tiziano, come altri membri
della famiglia, sia da solo sia nel famoso “gruppo” raffigurante
Paolo III con i nipoti, entrambi conservati nella Galleria
Capodimonte di Napoli. In questo dipinto, in particolare, rivela
tutta la sua malcelata ambizione stringendo con la mano destra
la sedia di Paolo III, a significare la sua aspirazione al
papato e al tempo stesso citazione pittorica del famoso ritratto
di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi
di Raffaello, il primo dei quali, ritratto nell’identica
posizione, divenne in effetti papa con il nome di Clemente VII.
Ma le opere alle quali legherà maggiormente il suo ricordo furono la
Chiesa del Gesù a Roma e il Palazzo Farnese di Caprarola “il più
bel palazzo del mondo”. In quest’ultima località, nel 1575,
portò a compimento la costruzione, iniziata dal nonno, della
meravigliosa villa rinascimentale che possiamo tutt’oggi
ammirare e nella quale celebrò la gloria e i fasti della stirpe
Farnese. Volle che a dirigere i lavori fosse Jacopo Barozzi
detto il Vignola, che prese il posto di Antonio da Sangallo il
Giovane, autore del progetto originario, entrambi architetti di
fiducia della famiglia. Chiamò poi ad affrescare sale ed
ambienti i fratelli Taddeo e Federico Zuccari, coadiuvati da
vari altri artisti tra cui il Bertoja, Raffaellino da Reggio e
Antonio Tempesta, che eseguirono il progetto iconografico e
allegorico ideato da Annibal Caro, insigne letterato, segretario
del card. Alessandro come lo era stato di suo padre Pier Luigi.
Il “gran cardinale” amò particolarmente questo luogo di delizie
(“Ma allora come sarà il Paradiso?”, disse San Carlo Borromeo
dopo averlo visitato) ove d’estate sfuggiva l’afa romana e suo
buen ritiro nell’ultima parte della sua vita.
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Il Palazzo Farnese di Caprarola
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La Chiesa del Gesù a Roma
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Il Vignola fu anche colui che
diresse, a partire dal 1568, la prima fase della costruzione a
Roma della maestosa Chiesa del Gesù, i cui lavori furono
proseguiti dopo la sua morte da Giacomo Della Porta, cui si
devono l’armoniosa facciata e la grande cupola. La decorazione
pittorica interna fu invece realizzata in gran parte nella
seconda metà del seicento, in stile ormai tumultuosamente
barocco. La Chiesa, già nel nome, richiama l’Ordine dei Gesuiti,
riconosciuto proprio da Paolo III nel 1540, il cui fondatore, S.
Ignazio di Loyola, volle esservi sepolto.
Alessandro si dedicò alacremente anche al completamento del
Palazzo Farnese di Roma, che Paolo III aveva costruito per dare
alla famiglia una residenza degna del suo status: per il “gran
cardinale” fu evidentemente un punto d’onore portare a termine
le opere iniziate dal nonno, con il quale avvertiva un profondo
legame, quasi di immedesimazione e in onore del quale fece
erigere nella Basilica di San Pietro il monumento funebre
realizzato da Guglielmo Della Porta. A Palazzo Farnese volle
anche riunire le grandiose collezioni d’arte che la famiglia
aveva accumulato, trasformandolo così in uno straordinario
museo.
Per non dilungarci sulle sue benemerenze artistiche diremo solo che
commissionò al Vasari il ciclo di affreschi celebrativi di Paolo
III del Palazzo della Cancelleria a Roma e sempre a Roma nel
1564, su progetto del Vignola, realizzò sulle rovine del
Palatino quegli autentici giardini delle meraviglie che sono gli
Orti Farnesiani, ammirevole esempio di armoniosa contaminazione
tra emergenze archeologiche e amenità naturalistiche. Vogliamo
infine ricordare i lavori di restauro e decorazione della
Cattedrale di Monreale, che gli procurarono la gratitudine dei
fedeli di quella lontana terra di Sicilia, che lo omaggiarono
raffigurando un grande giglio farnesiano al centro della navata.
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