Alessandro Farnese Jr., che non divenne papa

Le ambizioni sconfitte
 


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Parte Quarta

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di Giuseppe Moscatelli

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  Alessandro Farnese jr. non riuscì a diventare papa: non poté quindi soddisfare la sua più grande ambizione. Il lungo pontificato del nonno e il grande potere che la famiglia aveva acquistato sconsigliarono un bis così ravvicinato. Più di uno si è chiesto quali grandi e memorabili opere avrebbe potuto realizzare un tal uomo con i mezzi, il potere e l’autorevolezza che l’ascesa al soglio di Pietro gli avrebbero conferito. Oggi possiamo solo immaginarlo.
Lui se ne dispiacque, ma trovò consolazione nel suo “buen ritiro”, il palazzo di Caprarola, dove venne a smaltire le delusioni romane. Qui all’ombra delle eleganti architetture vignolesche, confortato dalla visione delle “res gesta” familiari affrescate nei saloni, dove sempre la sua immagine fa capolino a fianco del nonno papa, di re e imperatori, il 28 febbraio del 1589 fu colpito da un ictus che il 4 marzo, a Roma, pose fine ai suoi giorni. Venne sepolto, come da lui richiesto, nella Chiesa del Gesù, al centro della navata, sotto una semplice pietra grigia con inciso il suo stemma cardinalizio e una iscrizione dedicatoria in cui si ricorda che fu il fondatore della Chiesa incisa in una lastra di porfido rosso.
 



Lapide nella Chiesa del Gesù a Roma nel punto ove è sepolto il card. Alessandro Farnese jr.

 
 



Dedica al card. Alessandro Farnese jr. sul pavimento nella navata della Chiesa del Gesù a Roma
 

  Nient’altro. Tanta ostentazione di umiltà fa riflettere: forse che, giunto al limite estremo della vita, il cardinale abbia fatto proprio il motto dell’Ecclesiaste “vanità, tutto è vanità”? Non si direbbe, a giudicare dalla meticolosa cura temporale manifestata nel redigere il proprio testamento, in cui il cardinale sembra solo preoccupato di allocare adeguatamente le sue proprietà e i suoi beni, alieno da preoccupazioni per la salvezza dell’anima, se non fosse per le disposizioni inerenti il lascito per maritare tre zitelle, due romane e una dello Stato di Castro (o analoghe) che casomai dimostrano l’attaccamento ai luoghi d’origine.
E’ più probabile, come è stato notato, che Alessandro considerasse la stessa Chiesa del Gesù il suo vero monumento funebre, tanto che elevando gli occhi possiamo vedere il suo nome glorificato al centro della cupola, ove è affrescata la visione del Paradiso: Cardinal Alexander Farnesius. Un posto nell’affollato treno della storia Alessandro Farnese jr. se lo era comunque guadagnato e l’attributo di “Gran Cardinale” fu fuor di dubbio ben meritato.
 
 

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