GLI ETRUSCHI E GLI UCCELLI

Uno studio ornitologico nell'iconografia tombale etrusca

Parte 1^                      di Giacomo Mazzuoli

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Gli uccelli devono aver esercitato un grande fascino nello spirito etrusco. Il mistero del volo costituiva una parte fondamentale nella cosiddetta “etrusca disciplina”: una delle categorie sacerdotali, quella degli àuguri, traeva auspici dal volo delle creature alate persino nel determinare l’orientamento delle mura nella fondazione delle città.

Ma per gli etruschi gli uccelli non erano solo un simbolo divinatorio, essi facevano parte in concreto anche della loro vita quotidiana . Le tombe dipinte, soprattutto quelle di Tarquinia, ci mostrano in grande quantità scene di banchetti, giochi, caccia, danze e capita spesso di scoprire, insieme agli oggetti della vita di tutti i giorni, ad animali domestici, alberelli e belve che sbranano le loro prede, uccelli di ogni genere e specie.

I volatili sono spesso disegnati con una dovizia di particolari che dimostrano uno studio approfondito del soggetto ed una evidente passione per l'ornitologia.
Ora noi cercheremo, con l’aiuto delle nostre conoscenze sull’avifauna, di ipotizzare una classificazione delle specie di uccelli raffigurati nelle tombe etrusche.

 

Tutto cominciò con le anatre. Non sarà un caso se la tomba etrusca dipinta più antica finora scoperta è la Tomba delle Anatre. Siamo a Veio nel VII secolo a.C., il tratto è ancora un po’ naïf , tipico della cosiddetta fase orientalizzante che nella ceramica si manifestava con figure geometriche e stilizzate. Si tratta semplicemente di una sequenza di animali allineati, un fregio animalistico, in cui gli uccelli, tutti della stessa forma, si alternano con una diversa livrea. Gli elementi distintivi che accomunano i disegni di questa tomba con una qualche specie appartenente alla sottofamiglia delle Anatinae (Anatre di superficie) sono due: il becco curvo leggermente rivolto all’insù ed il petto carenato; stranamente un altro importante adattamento al nuoto, ovvero le zampe inserite molto all’indietro nel corpo, non è presente. I piedi sembrano avere due sole dita, in realtà potrebbe essere una stilizzazione del piede palmato classico delle specie acquatiche. Non convince la coda rivolta verso il basso, in molte varietà di anatre, al contrario, è all’insù.

L’alternanza di un soggetto colorato, in policromia, ad uno in cui è disegnato una sorta di reticolo nero, fa pensare si tratti rispettivamente di maschi e femmine. Nelle anatre è frequente infatti un notevole dimorfismo sessuale, con il maschio vistosamente variopinto e la femmina di un colore bruno screziato.

Da tutto ciò potremmo azzardare che gli uccelli dipinti nella Tomba delle Anatre di Veio siano Germani reali (Anas platyrhynchos) oppure Canapiglia (Anas strepera) o ancora Alzavole (Anas crecca) o Fischioni (Anas penelope).

 

   

Germano reale Canapiglia Fischione Alzavola

 

La Tomba degli ‘Auguri. Come si è detto gli ‘Auguri erano sacerdoti che traevano auspicio dal volo degli uccelli. Dalle loro traiettorie presagivano gli avvenimenti futuri e decidevano l’orientamento delle mura delle nuove città. Nella necropoli di Monterozzi, a Tarquinia, esiste una tomba cui è stato assegnato proprio il nome di questi personaggi. In effetti i loro abiti fanno pensare ad un atteggiamento solenne, ma nella scena raffigurata sulla parete di fondo, dove i due sacerdoti sono dipinti ai lati di una finta porta, è presente un solo uccello che peraltro non è in volo ma posato sul ramo di un alberello. Quindi non si tratterebbe di ‘Auguri, bensì di persone di rango venute a dare il loro segno di commiato al defunto. E l’uccello posato sul ramo, simile a tutti gli altri, disegnati in volo o sul terreno, su tutte le pareti dell’ipogeo,  a quale specie appartiene?

Il colore rosso sembra essere di pura fantasia e non ci è di molto aiuto, il becco leggermente all’insù potrebbe far pensare ancora alle anatre. Ci sono però due forti indizi che escludono questa ipotesi: le anatre non si posano sugli alberi né hanno zampe così lunghe rispetto al corpo come l’uccello disegnato a terra vicino al piede destro di uno dei Phersu della tomba.

Se non fosse per il becco, troppo corto, potremmo pensare agli Aironi, che hanno collo e zampe lunghe, e allora potrebbe trattarsi di Airone Bianco Maggiore (Egretta alba), Airone Cinerino (Ardea cinerea), Garzetta (Egretta garzetta), Airone guardabuoi (Ardeola ibis) o, perché no, di Airone Rosso (Ardea purpurea).

Se invece non vogliamo tener conto dell’uccello posato sul ramo, potremmo pensare a delle oche (sottofamiglia Anserinae) che hanno zampe e collo lunghi ma non frequentano i rami degli alberi. Nel caso potrebbe trattarsi di Oca selvatica (Anser anser), Oca lombardella (Anser albifrons) oppure di Oca granaiola (Anser fabalis).

 

La parete di fondo della Tomba degli 'Auguri a Tarquinia

Un uccello in volo ed uno a terra alla destra del Phersu L'uccello posato su un alberello
Airone bianco maggiore Airone cinerino Airone guardabuoi Airone rosso Garzetta

Oca selvatica Oca granaiola Oca lombardella
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