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Possiamo raggruppare le monete
uscite dalla Zecca di Castro in due gruppi:
Moneta Grossa: Scudo d'oro, Paolo d'argento, Grosso in
argento, Mezzo grosso in argento
Moneta Piccola: Baiocchetto in argento, Denaro in misura
Prima però due osservazioni in merito alla classificazione del C.N.I.
(Corpus Nummorum Italicorum) per le monete di Castro; pur
apprezzando i meriti di questa insostituibile opera fondamentale e
lungi dal volere esprimere giudizi spregiudicati, è comunque
necessario procedere ad una revisione ed aggiornamento su quella che
resta, dopo il lavoro dello Zanetti e dell'Affò, l'unica fonte di
notizie sulla Zecca di Castro. |
Zanetti Guid'Antonio,
Nuova raccolta delle Monete e Zecche d'Italia, vari volumo,
Stamperia di Lelio della Volpe, Bologna 1779-1789, Tav. XVI.
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La prima osservazione riguarda
la data limite di funzionamento della Zecca; il C.N.I. recita:
CASTRO - Pier Luigi Farnese (1545-1547) e immancabilmente ogni
catalogo d'asta partirà con questo "incipit"; spiega inoltre il
C.N.I. che Pier Luigi, pur creato nel 1539 Principe e Signore di
Nepi e di Castro col privilegio di moneta, non aprì la zecca prima
del 1545, anno in cui fu dall'Imperatore Carlo V investito del
Ducato di Parma e Piacenza; con la sua morte, trucidato in una
congiura, viene chiusa l'officina monetaria (commettendo l'errore
inverso di quello commesso nel datare la Zecca del Marchesato di
Novara).
A parte qualche piccolo errore quali: torrente Olpeta (e non Olpeia)
e 1537 (e non 1539) per l'anno in cui Pierluigi fu fatto Duca di
Nepi e Castro, la principale rettifica da apportare è quella, come
abbiamo già detto, di apertura della Zecca; per questa esistendo un
post quem del 25 Febbraio 1538, possiamo considerare tranquillamente
il 1540 circa; per quanto riguarda la data di chiusura "potenziale",
se non proprio "effettiva", possiamo anche mantenere il 1547. |
La seconda
osservazione riguarda un argomento già rilevato da altro
studioso per altre Zecche, vale a dire la opportunità, a
differenza del C.N.I., di operare una selezione nella
miriade di varianti di conio, per ogni tipo monetale (è di
gran lunga più facile trovare due monete con una piccola
differenza tra loro che assolutamente eguali, cioè
provenienti dalla stessa coppia di coni), delle varianti di
tipo particolarmente diversificate negli aspetti essenziali
figurativi; lasciando da parte le "varianti di leggenda"
e soprattutto le "varianti di punteggiatura",
secondarie agli effetti concettuali e generate da imperizia
o fretta degli addetti ai lavori della Zecca.
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Zanetti
Guid'Antonio, Nuova raccolta delle Monete e Zecche
d'Italia, vari volumo, Stamperia di Lelio della Volpe,
Bologna 1779-1789, Tav. XVI
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Antonio da Sangallo il
Giovane
(Firenze 1484 - Roma 1546)
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Articolo tratto dalla rivista Biblioteca e Società,
edita dal Consorzio per la gestione delle Biblioteche di Viterbo,
Inserto allegato al N. 4, Dicembre 1998, Anno XVII -
Si ringrazia il Presidente del Consorzio per
l'autorizzazione alla pubblicazione. |
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