Montefiascone


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Stemma Farnese affrescato nel soffitto della cappella
dell'altare maggiore della cattedrale di S. Margherita.

Montefiascone non fu mai un feudo farnesiano, anche se i Farnese vi esercitarono fortemente la loro influenza al punto che, risulta, fu offerto alla città di diventare capitale del Ducato di Castro: proposta che tuttavia i montefiasconesi rifiutarono, gelosi come erano della propria libertà e autonomia. Le ragioni di questa influenza, che talvolta divenne vera e propria soggezione da parte di Montefiascone tanto da accettare autorità cittadine indicate dai signori, sono da ricercarsi nel fatto che Alessandro Farnese sr., che nel 1534 salirà al soglio pontificio con il nome di Paolo III, fu per oltre un ventennio, a partire dal 1501, vescovo della città. In questa veste promosse, senza grande successo, la continuazione degli onerosi lavori di costruzione della cattedrale di S. Margherita. Al medesimo fine si prodigò, con maggiore successo, un nipote di Paolo III, il card. Guido Ascanio Sforza, figlio di sua figlia Costanza, che portò l'opera fino al primo cornicione, dove fece apporre il proprio stemma sorretto da due angeli. Lo stemma che pubblichiamo è invece affrescato nel punto più alto del soffitto della cappella dell'altare maggiore: si tratta probabilmente di un omaggio al card. Alessandro Farnese sr. e rappresenta uno scudo con i classici sei gigli di color azzurro su fondo oro, sovrastato dal cappello e incorniciato a destra e a sinistra dai fiocchi del cordone, tutto in bel rosso cardinalizio. Cogliamo l'occasione per marcare la differenza tra i gigli farnesiani e quelli di derivazione francese: questi ultimi infatti sono di color oro su fondo azzurro.


   
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