Castro


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Giglio farnesiano collocato sul portale del Santuario del Crocifisso di Castro

Di quella che fu la stupenda città di Castro, capitale dell'omonimo Ducato voluto da papa Paolo III Farnese per i suoi discendenti, oggi non rimane pietra su pietra. Il sogno possibile rinascimentale di costruire la Città Ideale, che aveva trovato in Castro la sua più compiuta realizzazione, naufragò sotto i colpi di piccone degli sgherri di Innocenzo X che, per odio verso i Farnese, assediò la città, la conquistò con le armi, ne disperse la popolazione e la fece demolire pezzo su pezzo cospargendo poi sale sui luoghi dove sorgeva maestosa, come per allontanarne per sempre ogni speranza di rinascita e vita. Oggi ciò che resta della città è avviluppato in modo inestricabile dai fitti tentacoli della macchia della Maremma: i resti di quelle che furono le eleganti e preziose architetture rinascimentali di Antonio da Sangallo il giovane giacciono accatastati nelle radure o biancheggiano qua e là tra le fronde, i rovi e gli sterpi. La stemma in forma di giglio che pubblichiamo è posto sul portale del Santuario del Crocifisso, costruito intorno all'edicola che conserva la sacra e ancor oggi veneratissima immagine che i soldati di Innocenzo X, secondo la tradizione, non riuscirono a distruggere. Lo stemma potrebbe ben essere un reperto originale recuperato dalle rovine della città, come altri oggi conservati nel museo di Ischia di Castro.


   
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